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Genesi 1-25

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Capitolo 1. In principio Dio creo il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: <<Sia la luce!>>. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separo la luce dalle tenebre e chiamo la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. Dio disse: <<Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque>>. Dio fece il firmamento e separo le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E cos`i avvenne. Dio chiamo il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. Dio disse: <<Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto>>. E cos`i avvenne. Dio chiamo l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: <<La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie>>. E cos`i avvenne: la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno. Dio disse: <<Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra>>. E cos`i avvenne: Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno. Dio disse: <<Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo>>. Dio creo i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: <<Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra>>. E fu sera e fu mattina: quinto giorno. Dio disse: <<La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie>>. E cos`i avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: <<Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra>>. Dio creo l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creo; maschio e femmina li creo. Dio li benedisse e disse loro: <<Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra>>. Poi Dio disse: <<Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che e su tutta la terra e ogni albero in cui e il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali e alito di vita, io do in cibo ogni erba verde>>. E cos`i avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

Capitolo 2. Cos`i furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Allora Dio, nel settimo giorno porto a termine il lavoro che aveva fatto e cesso nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacro, perche in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perche il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -; allora il Signore Dio plasmo l'uomo con polvere del suolo e soffio nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio pianto un giardino in Eden, a oriente, e vi colloco l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di l`i si divideva e formava quattro corsi. Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Av`ila, dove c'e l'oro e l'oro di quella terra e fine; qui c'e anche la resina odorosa e la pietra d'onice. Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume e l'Eufrate. Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perche lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: <<Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perche, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti>>. Poi il Signore Dio disse: <<Non e bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile>>. Allora il Signore Dio plasmo dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Cos`i l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovo un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormento; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmo con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: e carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamer`a donna perche dall'uomo e stata tolta>>. Per questo l'uomo abbandoner`a suo padre e sua madre e si unir`a a sua moglie e i due saranno una sola carne. Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.

Capitolo 3. Il serpente era la piu astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: <<E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?>>. Rispose la donna al serpente: <<Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete>>. Ma il serpente disse alla donna: <<Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male>>. Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangio, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangio. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamo l'uomo e gli disse: <<Dove sei?>>. Rispose: <<Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perche sono nudo, e mi sono nascosto>>. Riprese: <<Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?>>. Rispose l'uomo: <<La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato>>. Il Signore Dio disse alla donna: <<Che hai fatto?>>. Rispose la donna: <<Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato>>. Allora il Signore Dio disse al serpente: sii tu maledetto piu di tutto il bestiame e piu di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porro inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccer`a la testa e tu le insidierai il calcagno>>. Alla donna disse: i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sar`a il tuo istinto, ma egli ti dominer`a>>. All'uomo disse: <<Poiche hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrr`a per te e mangerai l'erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finche tornerai alla terra, perche da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!>>. L'uomo chiamo la moglie Eva, perche essa fu la madre di tutti i viventi. Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e le vest`i. Il Signore Dio disse allora: <<Ecco l'uomo e diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda piu la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!>>. Il Signore Dio lo scaccio dal giardino di Eden, perche lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scaccio l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita.

Capitolo 4. Adamo si un`i a Eva sua moglie, la quale concep`i e partor`i Caino e disse: <<Ho acquistato un uomo dal Signore>>. Poi partor`i ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. Dopo un certo tempo, Caino offr`i frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offr`i primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore grad`i Abele e la sua offerta, ma non grad`i Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: <<Perche sei irritato e perche e abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato e accovacciato alla tua porta; verso di te e il suo istinto, ma tu dominalo>>. Caino disse al fratello Abele: <<Andiamo in campagna!>>. Mentre erano in campagna, Caino alzo la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: <<Dov'e Abele, tuo fratello?>>. Egli rispose: <<Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?>>. Riprese: <<Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti dar`a piu i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra>>. Disse Caino al Signore: <<Troppo grande e la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovro nascondere lontano da te; io saro ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrer`a mi potr`a uccidere>>. Ma il Signore gli disse: <<Pero chiunque uccider`a Caino subir`a la vendetta sette volte!>>. Il Signore impose a Caino un segno, perche non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. Caino si allontano dal Signore e abito nel paese di Nod, ad oriente di Eden. Ora Caino si un`i alla moglie che concep`i e partor`i Enoch; poi divenne costruttore di una citt`a, che chiamo Enoch, dal nome del figlio. A Enoch nacque Irad; Irad genero Mecuiael e Mecuiael genero Metusael e Metusael genero Lamech. Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Zilla. Ada partor`i Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto. Zilla a sua volta partor`i Tubalk`ain, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalk`ain fu Naama. Lamech disse alle mogli: mogli di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire: Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sar`a vendicato Caino ma Lamech settantasette>>. Adamo si un`i di nuovo alla moglie, che partor`i un figlio e lo chiamo Set. <<Perche - disse - Dio mi ha concesso un'altra discendenza al posto di Abele, poiche Caino l'ha ucciso>>. Anche a Set nacque un figlio, che egli chiamo Enos. Allora si comincio ad invocare il nome del Signore.

Capitolo 5. Questo e il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creo l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; maschio e femmina li creo, li benedisse e li chiamo uomini quando furono creati. Adamo aveva centotrenta anni quando genero a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamo Set. Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e genero figli e figlie. L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi mor`i. Set aveva centocinque anni quando genero Enos; dopo aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e genero figli e figlie. L'intera vita di Set fu di novecentododici anni; poi mor`i. Enos aveva novanta anni quando genero Kenan; Enos, dopo aver generato Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni e genero figli e figlie. L'intera vita di Enos fu di novecentocinque anni; poi mor`i. Kenan aveva settanta anni quando genero Maalaleel; Kenan dopo aver generato Maalaleel visse ancora ottocentoquaranta anni e genero figli e figlie. L'intera vita di Kenan fu di novecentodieci anni; poi mor`i. Maalaleel aveva sessantacinque anni quando genero Iared; Maalaleel dopo aver generato Iared, visse ancora ottocentotrenta anni e genero figli e figlie. L'intera vita di Maalaleel fu di ottocentonovantacinque anni; poi mor`i. Iared aveva centosessantadue anni quando genero Enoch; Iared, dopo aver generato Enoch, visse ancora ottocento anni e genero figli e figlie. L'intera vita di Iared fu di novecentosessantadue anni; poi mor`i. Enoch aveva sessantacinque anni quando genero Matusalemme. Enoch cammino con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e genero figli e figlie. L'intera vita di Enoch fu di trecentosessantacique anni. Poi Enoch cammino con Dio e non fu piu perche Dio l'aveva preso. Matusalemme aveva centottantasette anni quando genero Lamech; Matusalemme, dopo aver generato Lamech, visse ancora settecentottantadue anni e genero figli e figlie. L'intera vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove anni; poi mor`i. Lamech aveva centottantadue anni quando genero un figlio e lo chiamo Noe, dicendo: <<Costui ci consoler`a del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto>>. Lamech, dopo aver generato Noe, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e genero figli e figlie. L'intera vita di Lamech fu di settecentosettantasette anni; poi mor`i. Noe aveva cinquecento anni quando genero Sem, Cam e Iafet.

Capitolo 6. Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. Allora il Signore disse: <<Il mio spirito non rester`a sempre nell'uomo, perche egli e carne e la sua vita sar`a di centoventi anni>>. C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichit`a, uomini famosi. Il Signore vide che la malvagit`a degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pent`i di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addoloro in cuor suo. Il Signore disse: <<Sterminero dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perche sono pentito d'averli fatti>>. Ma Noe trovo grazia agli occhi del Signore. Questa e la storia di Noe. Noe era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. Noe genero tre figli: Sem, Cam, e Iafet. Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza. Dio guardo la terra ed ecco essa era corrotta, perche ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra. Allora Dio disse a Noe: <<E' venuta per me la fine di ogni uomo, perche la terra, per causa loro, e piena di violenza; ecco, io li distruggero insieme con la terra. Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. Ecco come devi farla: l'arca avr`a trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. Farai nell'arca un tetto e a un cubito piu sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore. Ecco io mandero il diluvio, cioe le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui e alito di vita; quanto e sulla terra perir`a. Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina. Degli uccelli secondo la loro specie, del bestiame secondo la propria specie e di tutti i rettili della terra secondo la loro specie, due d'ognuna verranno con te, per essere conservati in vita. Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sar`a di nutrimento per te e per loro>>. Noe esegu`i tutto; come Dio gli aveva comandato, cos`i egli fece.

Capitolo 7. Il Signore disse a Noe: <<Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perche ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. Perche tra sette giorni faro piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminero dalla terra ogni essere che ho fatto>>. Noe fece quanto il Signore gli aveva comandato. Noe aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioe le acque sulla terra. Noe entro nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo entrarono a due a due con Noe nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noe. Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; nell'anno seicentesimo della vita di Noe, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. In quello stesso giorno entro nell'arca Noe con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noe, le tre mogli dei suoi tre figli: essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. Vennero dunque a Noe nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui e il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui. Il diluvio duro sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzo sulla terra. Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. Le acque si innalzarono sempre piu sopra la terra e coprirono tutti i monti piu alti che sono sotto tutto il cielo. Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto. Per`i ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioe quanto era sulla terra asciutta mor`i. Cos`i fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noe e chi stava con lui nell'arca. Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.

Capitolo 8. Dio si ricordo di Noe, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono. Le fonti dell'abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta la pioggia dal cielo; le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni. Nel settimo mese, il diciassette del mese, l'arca si poso sui monti dell'Ararat. Le acque andarono via via diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le cime dei monti. Trascorsi quaranta giorni, Noe apr`i la finestra che aveva fatta nell'arca e fece uscire un corvo per vedere se le acque si fossero ritirate. Esso usc`i andando e tornando finche si prosciugarono le acque sulla terra. Noe poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, torno a lui nell'arca, perche c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di se nell'arca. Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca e la colomba torno a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noe comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Aspetto altri sette giorni, poi lascio andare la colomba; essa non torno piu da lui. L'anno seicentouno della vita di Noe, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noe tolse la copertura dell'arca ed ecco la superficie del suolo era asciutta. Nel secondo mese, il ventisette del mese, tutta la terra fu asciutta. Dio ordino a Noe: <<Esci dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te. Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perche possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa>>. Noe usc`i con i figli, la moglie e le mogli dei figli. Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, uscirono dall'arca. Allora Noe edifico un altare al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offr`i olocausti sull'altare. Il Signore ne odoro la soave fragranza e penso: <<Non malediro piu il suolo a causa dell'uomo, perche l'istinto del cuore umano e incline al male fin dalla adolescenza; ne colpiro piu ogni essere vivente come ho fatto. Finche durer`a la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno>>.

Capitolo 9. Dio benedisse Noe e i suoi figli e disse loro: <<Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere. Quanto si muove e ha vita vi servir`a di cibo: vi do tutto questo, come gia le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioe il suo sangue. Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domandero conto; ne domandero conto ad ogni essere vivente e domandero conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dell'uomo dall'uomo il suo sangue sar`a sparso, perche ad immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo. E voi, siate fecondi e moltiplicatevi, siate numerosi sulla terra e dominatela>>. Dio disse a Noe e ai sui figli con lui: <<Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza coni vostri discendenti dopo di voi; con ogni essere vivente che e con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sar`a piu distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, ne piu il diluvio devaster`a la terra>>. Dio disse: che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che e con voi per le generazioni eterne. Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sar`a il segno dell'alleanza tra me e la terra. Quando radunero le nubi sulla terra e apparir`a l'arco sulle nubi ricordero la mia alleanza che e tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne e noi ci saranno piu le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. L'arco sar`a sulle nubi e io lo guardero per ricordare l'alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che e sulla terra>>. Disse Dio a Noe: <<Questo e il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che e sulla terra>>. I figli di Noe che uscirono dall'arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam e il padre di Canaan. Questi tre sono i figli di Noe e da questi fu popolata tutta la terra. Ora Noe, coltivatore della terra, comincio a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriaco e giacque scoperto all'interno della sua tenda. Cam, padre di Canaan, vide il padre scoperto e racconto la cosa ai due fratelli che stavano fuori. Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono il padre scoperto; avendo rivolto la faccia indietro, non videro il padre scoperto. Quando Noe si fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; allora disse: <<Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sar`a per i suoi fratelli!>>. Disse poi: Canaan sia suo schiavo! Dio dilati Iafet e questi dimori nelle tende di Sem, Canaan sia suo schiavo!>>. Noe visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni. L'intera vita di Noe fu di novecentocinquanta anni, poi mor`i.

Capitolo 10. Questa e la discendenza dei figli di Noe: Sem, Cam e Iafet, ai quali nacquero figli dopo il diluvio. I figli di Iafet: Gomer, Magog, Madai, Iavan, Tubal, Mesech e Tiras. I figli di Gomer: Askenaz, Rifat e Togarma. I figli di Iavan: Elisa, Tarsis, quelli di Cipro e quelli di Rodi. Da costoro derivarono le nazioni disperse per le isole nei loro territori, ciascuno secondo la propria lingua e secondo le loro famiglie, nelle loro nazioni. I figli di Cam: Etiopia, Egitto, Put e Canaan. I figli di Etiopia: Seba, Av`ila, Sabta, Raama e S`abteca. Ora Etiopia genero Nimrod: costui comincio a essere potente sulla terra. Egli era valente nella caccia davanti al Signore, percio si dice: <<Come Nimrod, valente cacciatore davanti al Signore>>. L'inizio del suo regno fu Babele, Uruch, Accad e Calne, nel paese di Sennaar. Da quella terra si porto ad Assur e costru`i Ninive, Recobot-Ir e C`alach e Resen tra Ninive e C`alach; quella e la grande citt`a. Egitto genero quelli di Lud, Anam, Laab, Naftuch, Patros, Casluch e Caftor, da dove uscirono i Filistei. Canaan genero Sidone, suo primogenito, e Chet e il Gebuseo, l'Amorreo, il Gergeseo, l'Eveo, l'Archita e il Sineo, l'Arvadita, il Semarita e l'Amatita. In seguito si dispersero le famiglie dei Cananei. Il confine dei Cananei andava da Sidone in direzione di Gerar fino a Gaza, poi in direzione di Sodoma, Gomorra, Adma e Zeboim, fino a Lesa. Questi furono i figli di Cam secondo le loro famiglie e le loro lingue, nei loro territori e nei loro popoli. Anche a Sem, padre di tutti i figli di Eber, fratello maggiore di Jafet, nacque una discendenza. I figli di Sem: Elam, Assur, Arpacsad, Lud e Aram. I figli di Aram: Uz, Cul, Gheter e Mas. Arpacsad genero Selach e Selach genero Eber. A Eber nacquero due figli: uno si chiamo Peleg, perche ai suoi tempi fu divisa la terra, e il fratello si chiamo Joktan. Joktan genero Almodad, Selef, Ascarmavet, Jerach, Adocam, Uzal, Dikla, Obal, Abimael, Saba, Ofir, Av`ila e Ibab. Tutti questi furono i figli di Joktan; la loro sede era sulle montagne dell'oriente, da Mesa in direzione di Sefar. Questi furono i figli di Sem secondo le loro famiglie e le loro lingue, territori, secondo i loro popoli. Queste furono le famiglie dei figli di Noe secondo le loro generazioni, nei loro popoli. Da costoro si dispersero le nazioni sulla terra dopo il diluvio.

Capitolo 11. Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: <<Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco>>. Il mattone serv`i loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: <<Venite, costruiamoci una citt`a e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra>>. Ma il Signore scese a vedere la citt`a e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: <<Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo e l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sar`a loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perche non comprendano piu l'uno la lingua dell'altro>>. Il Signore li disperse di l`a su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la citt`a. Per questo la si chiamo Babele, perche l`a il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di l`a il Signore li disperse su tutta la terra. Questa e la discendenza di Sem: Sem aveva cento anni quando genero Arpacsad, due anni dopo il diluvio; Sem, dopo aver generato Arpacsad, visse cinquecento anni e genero figli e figlie. Arpacsad aveva trentacinque anni quando genero Selach; Arpacsad, dopo aver generato Selach, visse quattrocentotre anni e genero figli e figlie. Selach aveva trent'anni quando genero Eber; Selach, dopo aver generato Eber, visse quattrocentotre anni e genero figli e figlie. Eber aveva trentaquattro anni quando genero Peleg; Eber, dopo aver generato Peleg, visse quattrocentotrenta anni e genero figli e figlie. Peleg aveva trent'anni quando genero Reu; Peleg, dopo aver generato Reu, visse duecentonove anni e genero figli e figlie. Reu aveva trentadue anni quando genero Serug; Reu, dopo aver generato Serug, visse duecentosette anni e genero figli e figlie. Serug aveva trent'anni quando genero Nacor; Serug, dopo aver generato Nacor, visse duecento anni e genero figli e figlie. Nacor aveva ventinove anni quando genero Terach; Nacor, dopo aver generato Terach, visse centodiciannove anni e genero figli e figlie. Terach aveva settant'anni quando genero Abram, Nacor e Aran. Questa e la posterit`a di Terach: Terach genero Abram, Nacor e Aran: Aran genero Lot. Aran poi mor`i alla presenza di suo padre Terach nella sua terra natale, in Ur dei Caldei. Abram e Nacor si presero delle mogli; la moglie di Abram si chiamava Sarai e la moglie di Nacor Milca, ch'era figlia di Aran, padre di Milca e padre di Isca. Sarai era sterile e non aveva figli. Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioe del suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e usc`i con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono. L'et`a della vita di Terach fu di duecentocinque anni; Terach mor`i in Carran.

Capitolo 12. Il Signore disse ad Abram: e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indichero. Faro di te un grande popolo e ti benediro, rendero grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benediro coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno malediro e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra>>. Allora Abram part`i, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui part`i Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lascio Carran. Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che l`i si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan e Abram attraverso il paese fino alla localit`a di Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese si trovavano allora i Cananei. Il Signore apparve ad Abram e gli disse: <<Alla tua discendenza io daro questo paese>>. Allora Abram costru`i in quel posto un altare al Signore che gli era apparso. Di l`a passo sulle montagne a oriente di Betel e pianto la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. L`i costru`i un altare al Signore e invoco il nome del Signore. Poi Abram levo la tenda per accamparsi nel Negheb. Venne una carestia nel paese e Abram scese in Egitto per soggiornarvi, perche la carestia gravava sul paese. Ma, quando fu sul punto di entrare in Egitto, disse alla moglie Sarai: <<Vedi, io so che tu sei donna di aspetto avvenente. Quando gli Egiziani ti vedranno, penseranno: Costei e sua moglie, e mi uccideranno, mentre lasceranno te in vita. D`i dunque che tu sei mia sorella, perche io sia trattato bene per causa tua e io viva per riguardo a te>>. Appunto quando Abram arrivo in Egitto, gli Egiziani videro che la donna era molto avvenente. La osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone; cos`i la donna fu presa e condotta nella casa del faraone. Per riguardo a lei, egli tratto bene Abram, che ricevette greggi e armenti e asini, schiavi e schiave, asine e cammelli. Ma il Signore colp`i il faraone e la sua casa con grandi piaghe, per il fatto di Sarai, moglie di Abram. Allora il faraone convoco Abram e gli disse: <<Che mi hai fatto? Perche non mi hai dichiarato che era tua moglie? Perche hai detto: E' mia sorella, cos`i che io me la sono presa in moglie? E ora eccoti tua moglie: prendila e v`attene!>>. Poi il faraone lo affido ad alcuni uomini che lo accompagnarono fuori della frontiera insieme con la moglie e tutti i suoi averi.

Capitolo 13. Dall'Egitto Abram ritorno nel Negheb con la moglie e tutti i suoi averi; Lot era con lui. Abram era molto ricco in bestiame, argento e oro. Poi di accampamento in accampamento egli dal Negheb si porto fino a Betel, fino al luogo dove era stata gia prima la sua tenda, tra Betel e Ai, al luogo dell'altare, che aveva l`a costruito prima: l`i Abram invoco il nome del Signore. Ma anche Lot, che andava con Abram, aveva greggi e armenti e tende. Il territorio non consentiva che abitassero insieme, perche avevano beni troppo grandi e non potevano abitare insieme. Per questo sorse una lite tra i mandriani di Abram e i mandriani di Lot, mentre i Cananei e i Perizziti abitavano allora nel paese. Abram disse a Lot: <<Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perche noi siamo fratelli. Non sta forse davanti a te tutto il paese? Sep`arati da me. Se tu vai a sinistra, io andro a destra; se tu vai a destra, io andro a sinistra>>. Allora Lot alzo gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte - prima che il Signore distruggesse Sodoma e Gomorra -; era come il giardino del Signore, come il paese d'Egitto, fino ai pressi di Zoar. Lot scelse per se tutta la valle del Giordano e trasporto le tende verso oriente. Cos`i si separarono l'uno dall'altro: Abram si stabil`i nel paese di Canaan e Lot si stabil`i nelle citt`a della valle e pianto le tende vicino a Sodoma. Ora gli uomini di Sodoma erano perversi e peccavano molto contro il Signore. Allora il Signore disse ad Abram, dopo che Lot si era separato da lui: <<Alza gli occhi e dal luogo dove tu stai spingi lo sguardo verso il settentrione e il mezzogiorno, verso l'oriente e l'occidente. Tutto il paese che tu vedi, io lo daro a te e alla tua discendenza per sempre. Rendero la tua discendenza come la polvere della terra: se uno puo contare la polvere della terra, potr`a contare anche i tuoi discendenti. Alzati, percorri il paese in lungo e in largo, perche io lo daro a te>>. Poi Abram si sposto con le sue tende e ando a stabilirsi alle Querce di Mamre, che sono ad Ebron, e vi costru`i un altare al Signore.

Capitolo 14. Al tempo di Amrafel re di Sennaar, di Arioch re di Ellasar, di Chedorlaomer re dell'Elam e di Tideal re di Goim, costoro mossero guerra contro Bera re di Sodoma, Birsa re di Gomorra, Sinab re di Adma, Semeber re di Zeboim, e contro il re di Bela, cioe Zoar. Tutti questi si concentrarono nella valle di Siddim, cioe il Mar Morto. Per dodici anni essi erano stati sottomessi a Chedorlaomer, ma il tredicesimo anno si erano ribellati. Nell'anno quattordicesimo arrivarono Chedorlaomer e i re che erano con lui e sconfissero i Refaim ad Astarot-Karnaim, gli Zuzim ad Am, gli Emim a Save-Kiriataim e gli Hurriti sulle montagne di Seir fino a El-Paran, che e presso il deserto. Poi mutarono direzione e vennero a En-Mispat, cioe Kades, e devastarono tutto il territorio degli Amaleciti e anche degli Amorrei che abitavano in Azazon-Tamar. Allora il re di Sodoma, il re di Gomorra, il re di Adma, il re di Zeboim e il re di Bela, cioe Zoar, uscirono e si schierarono a battaglia nella valle di Siddim contro di esso, e cioe contro Chedorlaomer re dell'Elam, Tideal re di Goim, Amrafel re di Sennaar e Arioch re di Ellasar: quattro re contro cinque. Ora la valle di Siddim era piena di pozzi di bitume; mentre il re di Sodoma e il re di Gomorra si davano alla fuga, alcuni caddero nei pozzi e gli altri fuggirono sulle montagne. Gli invasori presero tutti i beni di Sodoma e Gomorra e tutti i loro viveri e se ne andarono. Andandosene catturarono anche Lot, figlio del fratello di Abram, e i suoi beni: egli risiedeva appunto in Sodoma. Ma un fuggiasco venne ad avvertire Abram l'Ebreo che si trovava alle Querce di Mamre l'Amorreo, fratello di Escol e fratello di Aner i quali erano alleati di Abram. Quando Abram seppe che il suo parente era stato preso prigioniero, organizzo i suoi uomini esperti nelle armi, schiavi nati nella sua casa, in numero di trecentodiciotto, e si diede all'inseguimento fino a Dan. Piombo sopra di essi di notte, lui con i suoi servi, li sconfisse e prosegu`i l'inseguimento fino a Coba, a settentrione di Damasco. Ricupero cos`i tutta la roba e anche Lot suo parente, i suoi beni, con le donne e il popolo. Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sodoma gli usc`i incontro nella Valle di Save, cioe la Valle del re. Intanto Melchisedek, re di Salem, offr`i pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici>>. Poi il re di Sodoma disse ad Abram: <<Dammi le persone; i beni prendili per te>>. Ma Abram disse al re di Sodoma: <<Alzo la mano davanti al Signore, il Dio altissimo, creatore del cielo e della terra: ne un filo, ne un legaccio di sandalo, niente io prendero di cio che e tuo; non potrai dire: io ho arricchito Abram. Per me niente, se non quello che i servi hanno mangiato; quanto a cio che spetta agli uomini che sono venuti con me, Escol, Aner e Mamre, essi stessi si prendano la loro parte>>.

Capitolo 15. Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu rivolta ad Abram in visione: <<Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sar`a molto grande>>. Rispose Abram: <<Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa e Eliezer di Damasco>>. Soggiunse Abram: <<Ecco a me non hai dato discendenza e un mio domestico sar`a mio erede>>. Ed ecco gli fu rivolta questa parola dal Signore: <<Non costui sar`a il tuo erede, ma uno nato da te sar`a il tuo erede>>. Poi lo condusse fuori e gli disse: <<Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle>> e soggiunse: <<Tale sar`a la tua discendenza>>. Egli credette al Signore, che glielo accredito come giustizia. E gli disse: <<Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questo paese>>. Rispose: <<Signore mio Dio, come potro sapere che ne avro il possesso?>>. Gli disse: <<Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un piccione>>. Ando a prendere tutti questi animali, li divise in due e colloco ogni met`a di fronte all'altra; non divise pero gli uccelli. Gli uccelli rapaci calavano su quei cadaveri, ma Abram li scacciava. Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco un oscuro terrore lo assal`i. Allora il Signore disse ad Abram: <<Sappi che i tuoi discendenti saranno forestieri in un paese non loro; saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni. Ma la nazione che essi avranno servito, la giudichero io: dopo, essi usciranno con grandi ricchezze. Quanto a te, andrai in pace presso i tuoi padri; sarai sepolto dopo una vecchiaia felice. Alla quarta generazione torneranno qui, perche l'iniquit`a degli Amorrei non ha ancora raggiunto il colmo>>. Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un forno fumante e una fiaccola ardente passarono in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse questa alleanza con Abram: il fiume Eufrate; il paese dove abitano i Keniti, i Kenizziti, i Kadmoniti, gli Hittiti, i Perizziti, i Refaim, gli Amorrei, i Cananei, i Gergesei, gli Evei e i Gebusei>>.

Capitolo 16. Sarai, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo pero una schiava egiziana chiamata Agar, Sarai disse ad Abram: <<Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potro avere figli>>. Abram ascolto la voce di Sarai. Cos`i, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nel paese di Canaan, Sarai, moglie di Abram, prese Agar l'egiziana, sua schiava e la diede in moglie ad Abram, suo marito. Egli si un`i ad Agar, che resto incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non conto piu nulla per lei. Allora Sarai disse ad Abram: <<L'offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho dato in braccio la mia schiava, ma da quando si e accorta d'essere incinta, io non conto piu niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!>>. Abram disse a Sarai: <<Ecco, la tua schiava e in tuo potere: falle cio che ti pare>>. Sarai allora la maltratto tanto che quella si allontano. La trovo l'angelo del Signore presso una sorgente d'acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, e le disse: <<Agar, schiava di Sarai, da dove vieni e dove vai?>>. Rispose: <<Vado lontano dalla mia padrona Sarai>>. Le disse l'angelo del Signore: <<Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa>>. Le disse ancora l'angelo del Signore: <<Moltiplichero la tua discendenza e non si potr`a contarla per la sua moltitudine>>. Soggiunse poi l'angelo del Signore: partorirai un figlio e lo chiamerai Ismaele, perche il Signore ha ascoltato la tua afflizione. Egli sar`a come un onagro; la sua mano sar`a contro tutti e la mano di tutti contro di lui e abiter`a di fronte a tutti i suoi fratelli>>. Agar chiamo il Signore, che le aveva parlato: <<Tu sei il Dio della visione>>, perche diceva: <<Qui dunque sono riuscita ancora a vedere, dopo la mia visione?>>. Per questo il pozzo si chiamo Pozzo di Lacai-Roi; e appunto quello che si trova tra Kades e Bered. Agar partor`i ad Abram un figlio e Abram chiamo Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito. Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partor`i Ismaele.

Capitolo 17. Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: cammina davanti a me e sii integro. Porro la mia alleanza tra me e te e ti rendero numeroso molto, molto>>. Subito Abram si prostro con il viso a terra e Dio parlo con lui: <<Eccomi: la mia alleanza e con te e sarai padre di una moltitudine di popoli. Non ti chiamerai piu Abram ma ti chiamerai Abraham perche padre di una moltitudine di popoli ti rendero. E ti rendero molto, molto fecondo; ti faro diventare nazioni e da te nasceranno dei re. Stabiliro la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. Daro a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; saro il vostro Dio>>. Disse Dio ad Abramo: <<Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione. Questa e la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra di voi ogni maschio. Vi lascerete circoncidere la carne del vostro membro e cio sar`a il segno dell'alleanza tra me e voi. Quando avr`a otto giorni, sar`a circonciso tra di voi ogni maschio di generazione in generazione, tanto quello nato in casa come quello comperato con denaro da qualunque straniero che non sia della tua stirpe. Deve essere circonciso chi e nato in casa e chi viene comperato con denaro; cos`i la mia alleanza sussister`a nella vostra carne come alleanza perenne. Il maschio non circonciso, di cui cioe non sar`a stata circoncisa la carne del membro, sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia alleanza>>. Dio aggiunse ad Abramo: <<Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamerai piu Sarai, ma Sara. Io la benediro e anche da lei ti daro un figlio; la benediro e diventer`a nazioni e re di popoli nasceranno da lei>>. Allora Abramo si prostro con la faccia a terra e rise e penso: <<Ad uno di cento anni puo nascere un figlio? E Sara all'et`a di novanta anni potr`a partorire?>>. Abramo disse a Dio: <<Se almeno Ismaele potesse vivere davanti a te!>>. E Dio disse: <<No, Sara, tua moglie, ti partorir`a un figlio e lo chiamerai Isacco. Io stabiliro la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo rendero fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli generer`a e di lui faro una grande nazione. Ma stabiliro la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorir`a a questa data l'anno venturo>>. Dio termino cos`i di parlare con lui e, salendo in alto, lascio Abramo. Allora Abramo prese Ismaele suo figlio e tutti i nati nella sua casa e tutti quelli comperati con il suo denaro, tutti i maschi appartenenti al personale della casa di Abramo, e circoncise la carne del loro membro in quello stesso giorno, come Dio gli aveva detto. Ora Abramo aveva novantanove anni, quando si fece circoncidere la carne del membro. Ismaele suo figlio aveva tredici anni quando gli fu circoncisa la carne del membro. In quello stesso giorno furono circoncisi Abramo e Ismaele suo figlio. E tutti gli uomini della sua casa, i nati in casa e i comperati con denaro dagli stranieri, furono circoncisi con lui.

Capitolo 18. Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora piu calda del giorno. Egli alzo gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostro fino a terra, dicendo: <<Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po' di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l'albero. Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perche e ben per questo che voi siete passati dal vostro servo>>. Quelli dissero: <<F`a pure come hai detto>>. Allora Abramo ando in fretta nella tenda, da Sara, e disse: <<Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacce>>. All'armento corse lui stesso, Abramo, prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affretto a prepararlo. Prese latte acido e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse a loro. Cos`i, mentr'egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli mangiarono. Poi gli dissero: <<Dov'e Sara, tua moglie?>>. Rispose: <<E' l`a nella tenda>>. Il Signore riprese: <<Tornero da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avr`a un figlio>>. Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di lui. Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara cio che avviene regolarmente alle donne. Allora Sara rise dentro di se e disse: <<Avvizzita come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore e vecchio!>>. Ma il Signore disse ad Abramo: <<Perche Sara ha riso dicendo: Potro davvero partorire, mentre sono vecchia? C'e forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornero da te alla stessa data e Sara avr`a un figlio>>. Allora Sara nego: <<Non ho riso!>>, perche aveva paura; ma quegli disse: <<S`i, hai proprio riso>>. Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sodoma dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli. Il Signore diceva: <<Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo dovr`a diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? Infatti io l'ho scelto, perche egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perche il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso>>. Disse allora il Signore: <<Il grido contro Sodoma e Gomorra e troppo grande e il loro peccato e molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui e giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!>>. Quegli uomini partirono di l`i e andarono verso Sodoma, mentre Abramo stava ancora davanti al Signore. Allora Abramo gli si avvicino e gli disse: <<Davvero sterminerai il giusto con l'empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella citt`a: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, cos`i che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticher`a la giustizia?>>. Rispose il Signore: <<Se a Sodoma trovero cinquanta giusti nell'ambito della citt`a, per riguardo a loro perdonero a tutta la citt`a>>. Abramo riprese e disse: <<Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la citt`a?>>. Rispose: <<Non la distruggero, se ve ne trovo quarantacinque>>. Abramo riprese ancora a parlargli e disse: <<Forse l`a se ne troveranno quaranta>>. Rispose: <<Non lo faro, per riguardo a quei quaranta>>. Riprese: <<Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse l`a se ne troveranno trenta>>. Rispose: <<Non lo faro, se ve ne trovero trenta>>. Riprese: <<Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse l`a se ne troveranno venti>>. Rispose: <<Non la distruggero per riguardo a quei venti>>. Riprese: <<Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse l`a se ne troveranno dieci>>. Rispose: <<Non la distruggero per riguardo a quei dieci>>. Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo, se ne ando e Abramo ritorno alla sua abitazione.

Capitolo 19. I due angeli arrivarono a Sodoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sodoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzo, ando loro incontro e si prostro con la faccia a terra. E disse: <<Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada>>. Quelli risposero: <<No, passeremo la notte sulla piazza>>. Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparo per loro un banchetto, fece cuocere gli azzimi e cos`i mangiarono. Non si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della citt`a, cioe gli abitanti di Sodoma, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. Chiamarono Lot e gli dissero: <<Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perche possiamo abusarne!>>. Lot usc`i verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di se, disse: <<No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purche non facciate nulla a questi uomini, perche sono entrati all'ombra del mio tetto>>. Ma quelli risposero: <<Tirati via! Quest'individuo e venuto qui come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a loro!>>. E spingendosi violentemente contro quell'uomo, cioe contro Lot, si avvicinarono per sfondare la porta. Allora dall'interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Lot e chiusero il battente; quanto agli uomini che erano alla porta della casa, essi li colpirono con un abbaglio accecante dal piu piccolo al piu grande, cos`i che non riuscirono a trovare la porta. Quegli uomini dissero allora a Lot: <<Chi hai ancora qui? Il genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in citt`a, falli uscire da questo luogo. Perche noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore e grande e il Signore ci ha mandati a distruggerli>>. Lot usc`i a parlare ai suoi generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse: <<Alzatevi, uscite da questo luogo, perche il Signore sta per distruggere la citt`a!>>. Ma parve ai suoi generi che egli volesse scherzare. Quando apparve l'alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: <<Su, prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere travolto nel castigo della citt`a>>. Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della citt`a. Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: <<Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!>>. Ma Lot gli disse: <<No, mio Signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato una grande misericordia verso di me salvandomi la vita, ma io non riusciro a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. Vedi questa citt`a: e abbastanza vicina perche mi possa rifugiare l`a ed e piccola cosa! Lascia che io fugga lassu - non e una piccola cosa? - e cos`i la mia vita sar`a salva>>. Gli rispose: <<Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la citt`a di cui hai parlato. Presto, fuggi l`a perche io non posso far nulla, finche tu non vi sia arrivato>>. Percio quella citt`a si chiamo Zoar. Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar, quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste citt`a e tutta la valle con tutti gli abitanti delle citt`a e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardo indietro e divenne una statua di sale. Abramo ando di buon mattino al luogo dove si era fermato davanti al Signore; contemplo dall'alto Sodoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace. Cos`i, quando Dio distrusse le citt`a della valle, Dio si ricordo di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le citt`a nelle quali Lot aveva abitato. Poi Lot part`i da Zoar e ando ad abitare sulla montagna, insieme con le due figlie, perche temeva di restare in Zoar, e si stabil`i in una caverna con le sue due figlie. Ora la maggiore disse alla piu piccola: <<Il nostro padre e vecchio e non c'e nessuno in questo territorio per unirsi a noi, secondo l'uso di tutta la terra. Vieni, facciamo bere del vino a nostro padre e poi corichiamoci con lui, cos`i faremo sussistere una discendenza da nostro padre>>. Quella notte fecero bere del vino al loro padre e la maggiore ando a coricarsi con il padre; ma egli non se ne accorse, ne quando essa si corico, ne quando essa si alzo. All'indomani la maggiore disse alla piu piccola: <<Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche questa notte e v`a tu a coricarti con lui; cos`i faremo sussistere una discendenza da nostro padre>>. Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la piu piccola ando a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, ne quando essa si corico, ne quando essa si alzo. Cos`i le due figlie di Lot concepirono dal loro padre. La maggiore partor`i un figlio e lo chiamo Moab. Costui e il padre dei Moabiti che esistono fino ad oggi. Anche la piu piccola partor`i un figlio e lo chiamo <<Figlio del mio popolo>>. Costui e il padre degli Ammoniti che esistono fino ad oggi.

Capitolo 20. Abramo levo le tende di l`a, dirigendosi nel Negheb, e si stabil`i tra Kades e Sur; poi soggiorno come straniero a Gerar. Siccome Abramo aveva detto della moglie Sara: <<E' mia sorella>>, Abimelech, re di Gerar, mando a prendere Sara. Ma Dio venne da Abimelech di notte, in sogno, e gli disse: <<Ecco stai per morire a causa della donna che tu hai presa; essa appartiene a suo marito>>. Abimelech, che non si era ancora accostato a lei, disse: <<Mio Signore, vuoi far morire anche la gente innocente? Non mi ha forse detto: E' mia sorella? E anche lei ha detto: E' mio fratello. Con retta coscienza e mani innocenti ho fatto questo>>. Gli rispose Dio nel sogno: <<Anch'io so che con retta coscienza hai fatto questo e ti ho anche impedito di peccare contro di me: percio non ho permesso che tu la toccassi. Ora restituisci la donna di quest'uomo: egli e un profeta: preghi egli per te e tu vivrai. Ma se tu non la restituisci, sappi che sarai degno di morte con tutti i tuoi>>. Allora Abimelech si alzo di mattina presto e chiamo tutti i suoi servi, ai quali rifer`i tutte queste cose, e quegli uomini si impaurirono molto. Poi Abimelech chiamo Abramo e gli disse: <<Che ci hai fatto? E che colpa ho commesso contro di te, perche tu abbia esposto me e il mio regno ad un peccato tanto grande? Tu hai fatto a mio riguardo azioni che non si fanno>>. Poi Abimelech disse ad Abramo: <<A che miravi agendo in tal modo?>>. Rispose Abramo: <<Io mi sono detto: certo non vi sar`a timor di Dio in questo luogo e mi uccideranno a causa di mia moglie. Inoltre essa e veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non figlia di mia madre, ed e divenuta mia moglie. Allora, quando Dio mi ha fatto errare lungi dalla casa di mio padre, io le dissi: Questo e il favore che tu mi farai: in ogni luogo dove noi arriveremo dirai di me: e mio fratello>>. Allora Abimelech prese greggi e armenti, schiavi e schiave, li diede ad Abramo e gli restitu`i la moglie Sara. Inoltre Abimelech disse: <<Ecco davanti a te il mio territorio: v`a ad abitare dove ti piace!>>. A Sara disse: <<Ecco, ho dato mille pezzi d'argento a tuo fratello: sar`a per te come un risarcimento di fronte a quanti sono con te. Cos`i tu sei in tutto riabilitata>>. Abramo prego Dio e Dio guar`i Abimelech, sua moglie e le sue serve, s`i che poterono ancora partorire. Perche il Signore aveva reso sterili tutte le donne della casa di Abimelech, per il fatto di Sara, moglie di Abramo.

Capitolo 21. Il Signore visito Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concep`i e partor`i ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamo Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito. Abramo circoncise suo figlio Isacco, quando questi ebbe otto giorni, come Dio gli aveva comandato. Abramo aveva cento anni, quando gli nacque il figlio Isacco. Allora Sara disse: <<Motivo di lieto riso mi ha dato Dio: chiunque lo sapr`a sorrider`a di me!>>. Poi disse: <<Chi avrebbe mai detto ad Abramo: Sara deve allattare figli! Eppure gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia!>>. Il bambino crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande banchetto quando Isacco fu svezzato. Ma Sara vide che il figlio di Agar l'Egiziana, quello che essa aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco. Disse allora ad Abramo: <<Scaccia questa schiava e suo figlio, perche il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco>>. La cosa dispiacque molto ad Abramo per riguardo a suo figlio. Ma Dio disse ad Abramo: <<Non ti dispiaccia questo, per il fanciullo e la tua schiava: ascolta la parola di Sara in quanto ti dice, ascolta la sua voce, perche attraverso Isacco da te prender`a nome una stirpe. Ma io faro diventare una grande nazione anche il figlio della schiava, perche e tua prole>>. Abramo si alzo di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegno il fanciullo e la mando via. Essa se ne ando e si smarr`i per il deserto di Bersabea. Tutta l'acqua dell'otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio e ando a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perche diceva: <<Non voglio veder morire il fanciullo!>>. Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzo la voce e pianse. Ma Dio ud`i la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamo Agar dal cielo e le disse: <<Che hai, Agar? Non temere, perche Dio ha udito la voce del fanciullo l`a dove si trova. Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perche io ne faro una grande nazione>>. Dio le apr`i gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua. Allora ando a riempire l'otre e fece bere il fanciullo. E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abito nel deserto e divenne un tiratore d'arco. Egli abito nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie del paese d'Egitto. In quel tempo Abimelech con Picol, capo del suo esercito, disse ad Abramo: <<Dio e con te in quanto fai. Ebbene, giurami qui per Dio che tu non ingannerai ne me ne i miei figli ne i miei discendenti: come io ho agito amichevolmente con te, cos`i tu agirai con me e con il paese nel quale sei forestiero>>. Rispose Abramo: <<Io lo giuro>>. Ma Abramo rimprovero Abimelech a causa di un pozzo d'acqua, che i servi di Abimelech avevano usurpato. Abimelech disse: <<Io non so chi abbia fatto questa cosa: ne tu me ne hai informato, ne io ne ho sentito parlare se non oggi>>. Allora Abramo prese alcuni capi del gregge e dell'armento, li diede ad Abimelech: tra loro due conclusero un'alleanza. Poi Abramo mise in disparte sette agnelle del gregge. Abimelech disse ad Abramo: <<Che significano quelle sette agnelle che hai messe in disparte?>>. Rispose: <<Tu accetterai queste sette agnelle dalla mia mano, perche cio mi valga di testimonianza che io ho scavato questo pozzo>>. Per questo quel luogo si chiamo Bersabea, perche l`a fecero giuramento tutti e due. E dopo che ebbero concluso l'alleanza a Bersabea, Abimelech si alzo con Picol, capo del suo esercito, e ritornarono nel paese dei Filistei. Abramo pianto un tamerice in Bersabea, e l`i invoco il nome del Signore, Dio dell'eternit`a. E fu forestiero nel paese dei Filistei per molto tempo.

Capitolo 22. Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: <<Abramo, Abramo!>>. Rispose: <<Eccomi!>>. Riprese: <<Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, v`a nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indichero>>. Abramo si alzo di buon mattino, sello l'asino, prese con se due servi e il figlio Isacco, spacco la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzo gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: <<Fermatevi qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassu, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi>>. Abramo prese la legna dell'olocausto e la carico sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: <<Padre mio!>>. Rispose: <<Eccomi, figlio mio>>. Riprese: <<Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'e l'agnello per l'olocausto?>>. Abramo rispose: <<Dio stesso provveder`a l'agnello per l'olocausto, figlio mio!>>. Proseguirono tutt'e due insieme; cos`i arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costru`i l'altare, colloco la legna, lego il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l'angelo del Signore lo chiamo dal cielo e gli disse: <<Abramo, Abramo!>>. Rispose: <<Eccomi!>>. L'angelo disse: <<Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio>>. Allora Abramo alzo gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo ando a prendere l'ariete e lo offr`i in olocausto invece del figlio. Abramo chiamo quel luogo: <<Il Signore provvede>>, percio oggi si dice: <<Sul monte il Signore provvede>>. Poi l'angelo del Signore chiamo dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: <<Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perche tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, io ti benediro con ogni benedizione e rendero molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che e sul lido del mare; la tua discendenza si impadronir`a delle citt`a dei nemici. Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perche tu hai obbedito alla mia voce>>. Poi Abramo torno dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abito a Bersabea. Dopo queste cose, ad Abramo fu portata questa notizia: <<Ecco Milca ha partorito figli a Nacor tuo fratello>>: Uz, il primogenito, e suo fratello Buz e Kamuel il padre di Aram e Chesed, Azo, Pildas, Idlaf e Betuel; Betuel genero Rebecca: questi otto figli partor`i Milca a Nacor, fratello di Abramo. Anche la sua concubina, chiamata Reuma, partor`i figli: Tebach, Gacam, Tacas e Maaca.

Capitolo 23. Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara. Sara mor`i a Kiriat-Arba, cioe Ebron, nel paese di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla. Poi Abramo si stacco dal cadavere di lei e parlo agli Hittiti: <<Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la propriet`a di un sepolcro in mezzo a voi, perche io possa portar via la salma e seppellirla>>. Allora gli Hittiti risposero: <<Ascolta noi, piuttosto, signore: tu sei un principe di Dio in mezzo a noi: seppellisci il tuo morto nel migliore dei nostri sepolcri. Nessuno di noi ti proibir`a di seppellire la tua defunta nel suo sepolcro>>. Abramo si alzo, si prostro davanti alla gente del paese, davanti agli Hittiti e parlo loro: <<Se e secondo il vostro desiderio che io porti via il mio morto e lo seppellisca, ascoltatemi e insistete per me presso Efron, figlio di Zocar, perche mi dia la sua caverna di Macpela, che e all'estremit`a del suo campo. Me la ceda per il suo prezzo intero come propriet`a sepolcrale in mezzo a voi>>. Ora Efron stava seduto in mezzo agli Hittiti. Efron l'Hittita rispose ad Abramo, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, quanti entravano per la porta della sua citt`a, e disse: <<Ascolta me, piuttosto, mio signore: ti cedo il campo con la caverna che vi si trova, in presenza dei figli del mio popolo te la cedo: seppellisci il tuo morto>>. Allora Abramo si prostro a lui alla presenza della gente del paese. Parlo ad Efron, mentre lo ascoltava la gente del paese, e disse: <<Se solo mi volessi ascoltare: io ti do il prezzo del campo. Accettalo da me, cos`i io seppelliro l`a il mio morto>>. Efron rispose ad Abramo: <<Ascolta me piuttosto, mio signore: un terreno del valore di quattrocento sicli d'argento che cosa e mai tra me e te? Seppellisci dunque il tuo morto>>. Abramo accetto le richieste di Efron e Abramo peso ad Efron il prezzo che questi aveva detto, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, cioe quattrocento sicli d'argento, nella moneta corrente sul mercato. Cos`i il campo di Efron che si trovava in Macpela, di fronte a Mamre, il campo e la caverna che vi si trovava e tutti gli alberi che erano dentro il campo e intorno al suo limite, passarono in propriet`a ad Abramo, alla presenza degli Hittiti, di quanti entravano nella porta della citt`a. Dopo, Abramo seppell`i Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioe Ebron, nel paese di Canaan. Il campo e la caverna che vi si trovava passarono dagli Hittiti ad Abramo in propriet`a sepolcrale.

Capitolo 24. Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in ogni cosa. Allora Abramo disse al suo servo, il piu anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: <<Metti la mano sotto la mia coscia e ti faro giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai al mio paese, nella mia patria, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco>>. Gli disse il servo: <<Se la donna non mi vuol seguire in questo paese, dovro forse ricondurre tuo figlio al paese da cui tu sei uscito?>>. Gli rispose Abramo: <<Guardati dal ricondurre l`a mio figlio! Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha tolto dalla casa di mio padre e dal mio paese natio, che mi ha parlato e mi ha giurato: Alla tua discendenza daro questo paese, egli stesso mander`a il suo angelo davanti a te, perche tu possa prendere di l`a una moglie per il mio figlio. Se la donna non vorr`a seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre l`a il mio figlio>>. Allora il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo, suo padrone, e gli presto giuramento riguardo a questa cosa. Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e ando nel Paese dei due fiumi, alla citt`a di Nacor. Fece inginocchiare i cammelli fuori della citt`a, presso il pozzo d'acqua, nell'ora della sera, quando le donne escono ad attingere. E disse: <<Signore, Dio del mio padrone Abramo, concedimi un felice incontro quest'oggi e usa benevolenza verso il mio padrone Abramo! Ecco, io sto presso la fonte dell'acqua, mentre le fanciulle della citt`a escono per attingere acqua. Ebbene, la ragazza alla quale diro: Abbassa l'anfora e lasciami bere, e che risponder`a: Bevi, anche ai tuoi cammelli daro da bere, sia quella che tu hai destinata al tuo servo Isacco; da questo riconoscero che tu hai usato benevolenza al mio padrone>>. Non aveva ancora finito di parlare, quand'ecco Rebecca, che era nata a Betuel figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo, usciva con l'anfora sulla spalla. La giovinetta era molto bella d'aspetto, era vergine, nessun uomo le si era unito. Essa scese alla sorgente, riemp`i l'anfora e risal`i. Il servo allora le corse incontro e disse: <<Fammi bere un po' d'acqua dalla tua anfora>>. Rispose: <<Bevi, mio signore>>. In fretta calo l'anfora sul braccio e lo fece bere. Come ebbe finito di dargli da bere, disse: <<Anche per i tuoi cammelli ne attingero, finche finiranno di bere>>. In fretta vuoto l'anfora nell'abbeveratoio, corse di nuovo ad attingere al pozzo e attinse per tutti i cammelli di lui. Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, in attesa di sapere se il Signore avesse o no concesso buon esito al suo viaggio. Quando i cammelli ebbero finito di bere, quell'uomo prese un pendente d'oro del peso di mezzo siclo e glielo pose alle narici e le pose sulle braccia due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro. E disse: <<Di chi sei figlia? Dimmelo. C'e posto per noi in casa di tuo padre, per passarvi la notte?>>. Gli rispose: <<Io sono figlia di Betuel, il figlio che Milca partor`i a Nacor>>. E soggiunse: <<C'e paglia e foraggio in quantit`a da noi e anche posto per passare la notte>>. Quell'uomo si inginocchio e si prostro al Signore e disse: <<Sia benedetto il Signore, Dio del mio padrone Abramo, che non ha cessato di usare benevolenza e fedelt`a verso il mio padrone. Quanto a me, il Signore mi ha guidato sulla via fino alla casa dei fratelli del mio padrone>>. La giovinetta corse ad annunziare alla casa di sua madre tutte queste cose. Ora Rebecca aveva un fratello chiamato L`abano e L`abano corse fuori da quell'uomo al pozzo. Egli infatti, visti il pendente e i braccialetti alle braccia della sorella e udite queste parole di Rebecca, sua sorella: <<Cos`i mi ha parlato quell'uomo>>, venne da costui che ancora stava presso i cammelli vicino al pozzo. Gli disse: <<Vieni, benedetto dal Signore! Perche te ne stai fuori, mentre io ho preparato la casa e un posto per i cammelli?>>. Allora l'uomo entro in casa e quegli tolse il basto ai cammelli, forn`i paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e ai suoi uomini. Quindi gli fu posto davanti da mangiare, ma egli disse; <<Non mangero, finche non avro detto quello che devo dire>>. Gli risposero: <<D`i pure>>. E disse: <<Io sono un servo di Abramo. Il Signore ha benedetto molto il mio padrone, che e diventato potente: gli ha concesso greggi e armenti, argento e oro, schiavi e schiave, cammelli e asini. Sara, la moglie del mio padrone, gli ha partorito un figlio, quando ormai era vecchio, al quale egli ha dato tutti i suoi beni. E il mio padrone mi ha fatto giurare: Non devi prendere per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma andrai alla casa di mio padre, alla mia famiglia, a prendere una moglie per mio figlio. Io dissi al mio padrone: Forse la donna non mi seguir`a. Mi rispose: Il Signore, alla cui presenza io cammino, mander`a con te il suo angelo e dar`a felice esito al tuo viaggio, cos`i che tu possa prendere una moglie per il mio figlio dalla mia famiglia e dalla casa di mio padre. Solo quando sarai andato alla mia famiglia, sarai esente dalla mia maledizione; se non volessero cedertela, sarai esente dalla mia maledizione. Cos`i oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: Signore, Dio del mio padrone Abramo, se stai per dar buon esito al viaggio che sto compiendo, ecco, io sto presso la fonte d'acqua; ebbene, la giovane che uscir`a ad attingere, alla quale io diro: Fammi bere un po' d'acqua dalla tua anfora, e mi risponder`a: Bevi tu; anche per i tuoi cammelli attingero, quella sar`a la moglie che il Signore ha destinata al figlio del mio padrone. Io non avevo ancora finito di pensare, quand'ecco Rebecca uscire con l'anfora sulla spalla; scese alla fonte, attinse; io allora le dissi: Fammi bere. Subito essa calo l'anfora e disse: Bevi; anche ai tuoi cammelli daro da bere. Cos`i io bevvi ed essa diede da bere anche ai cammelli. E io la interrogai: Di chi sei figlia? Rispose: Sono figlia di Betuel, il figlio che Milca ha partorito a Nacor. Allora le posi il pendente alle narici e i braccialetti alle braccia. Poi mi inginocchiai e mi prostrai al Signore e benedissi il Signore, Dio del mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per la via giusta a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio padrone. Ora, se intendete usare benevolenza e lealt`a verso il mio padrone, fatemelo sapere; se no, fatemelo sapere ugualmente, perche io mi rivolga altrove>>. Allora L`abano e Betuel risposero: <<Dal Signore la cosa procede, non possiamo dirti nulla. Ecco Rebecca davanti a te: prendila e v`a e sia la moglie del figlio del tuo padrone, come ha parlato il Signore>>. Quando il servo di Abramo ud`i le loro parole, si prostro a terra davanti al Signore. Poi il servo tiro fuori oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti e li diede a Rebecca; doni preziosi diede anche al fratello e alla madre di lei. Poi mangiarono e bevvero lui e i suoi uomini e passarono la notte. Quando si alzarono alla mattina, egli disse: <<Lasciatemi andare dal mio padrone>>. Ma il fratello e la madre di lei dissero: <<Rimanga la giovinetta con noi qualche tempo, una decina di giorni; dopo, te ne andrai>>. Rispose loro: <<Non trattenetemi, mentre il Signore ha concesso buon esito al mio viaggio. Lasciatemi partire per andare dal mio padrone!>>. Dissero allora: <<Chiamiamo la giovinetta e domandiamo a lei stessa>>. Chiamarono dunque Rebecca e le dissero: <<Vuoi partire con quest'uomo?>>. Essa rispose: <<Andro>>. Allora essi lasciarono partire Rebecca con la nutrice, insieme con il servo di Abramo e i suoi uomini. Benedissero Rebecca e le dissero: diventa migliaia di miriadi e la tua stirpe conquisti la porta dei suoi nemici!>>. Cos`i Rebecca e le sue ancelle si alzarono, montarono sui cammelli e seguirono quell'uomo. Il servo prese con se Rebecca e part`i. Intanto Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roi; abitava infatti nel territorio del Negheb. Isacco usc`i sul fare della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli. Alzo gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. E disse al servo: <<Chi e quell'uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?>>. Il servo rispose: <<E' il mio padrone>>. Allora essa prese il velo e si copr`i. Il servo racconto ad Isacco tutte le cose che aveva fatte. Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l'amo. Isacco trovo conforto dopo la morte della madre.

Capitolo 25. Abramo prese un'altra moglie: essa aveva nome Chetura. Essa gli partor`i Zimran, Ioksan, Medan, Madian, Isbak e Suach. Ioksan genero Saba e Dedan e i figli di Dedan furono gli Asurim, i Letusim e i Leummim. I figli di Madian furono Efa, Efer, Enoch, Abida ed Eldaa. Tutti questi sono i figli di Chetura. Abramo diede tutti i suoi beni a Isacco. Quanto invece ai figli delle concubine, che Abramo aveva avute, diede loro doni e, mentre era ancora in vita, li licenzio, mandandoli lontano da Isacco suo figlio, verso il levante, nella regione orientale. La durata della vita di Abramo fu di centosettantacinque anni. Poi Abramo spiro e mor`i in felice canizie, vecchio e sazio di giorni, e si riun`i ai suoi antenati. Lo seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele, nella caverna di Macpela, nel campo di Efron, figlio di Zocar, l'Hittita, di fronte a Mamre. E' appunto il campo che Abramo aveva comperato dagli Hittiti: ivi furono sepolti Abramo e sua moglie Sara. Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse il figlio di lui Isacco e Isacco abito presso il pozzo di Lacai-Roi. Questa e la discendenza di Ismaele, figlio di Abramo, che gli aveva partorito Agar l'Egiziana, schiava di Sara. Questi sono i nomi dei figli d'Ismaele, con il loro elenco in ordine di generazione: il primogenito di Ismaele e Nebaiot, poi Kedar, Adbeel, Mibsam, Misma, Duma, Massa, Adad, Tema, Ietur, Nafis e Kedma. Questi sono gli Ismaeliti e questi sono i loro nomi secondo i loro recinti e accampamenti. Sono i dodici principi delle rispettive tribu. La durata della vita di Ismaele fu di centotrentasette anni; poi mor`i e si riun`i ai suoi antenati. Egli abito da Av`ila fino a Sur, che e lungo il confine dell'Egitto in direzione di Assur; egli si era stabilito di fronte a tutti i suoi fratelli. Questa e la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco. Isacco aveva quarant'anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuel l'Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di L`abano l'Arameo. Isacco supplico il Signore per sua moglie, perche essa era sterile e il Signore lo esaud`i, cos`i che sua moglie Rebecca divenne incinta. Ora i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamo: <<Se e cos`i, perche questo?>>. Ando a consultare il Signore. Il Signore le rispose: e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sar`a piu forte dell'altro e il maggiore servir`a il piu piccolo>>. Quando poi si comp`i per lei il tempo di partorire, ecco due gemelli erano nel suo grembo. Usc`i il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esau. Subito dopo, usc`i il fratello e teneva in mano il calcagno di Esau; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando essi nacquero. I fanciulli crebbero ed Esau divenne abile nella caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende. Isacco prediligeva Esau, perche la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe. Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di lenticchie; Esau arrivo dalla campagna ed era sfinito. Disse a Giacobbe: <<Lasciami mangiare un po' di questa minestra rossa, perche io sono sfinito>> - Per questo fu chiamato Edom -. Giacobbe disse: <<Vendimi subito la tua primogenitura>>. Rispose Esau: <<Ecco sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?>>. Giacobbe allora disse: <<Giuramelo subito>>. Quegli lo giuro e vendette la primogenitura a Giacobbe. Giacobbe diede ad Esau il pane e la minestra di lenticchie; questi mangio e bevve, poi si alzo e se ne ando. A tal punto Esau aveva disprezzato la primogenitura.
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