Bible Gematria
  • Home
  • Articles #1
    • Pearls of Wisdom
    • Number 216
    • The Son of Abraham
    • The Reciprocal of 89
    • Pythagoras
    • The Golden Ratio
  • #2
    • 288 Holy Sparks
    • The Mysterious 137
    • Names of God
    • O Israel
    • The Big Bang
    • A Mystery in The Universe
    • Speed of Light
  • #3
    • Messiah
    • The Stars of Heaven
    • Choose Life
    • Jerusalem Jerusalem
    • The Sun of Righteousness
    • The Ministry of Jesus
    • The Number of The Beast
  • #4
    • Pi And The Bible
    • A Bell And A Pomegranate
    • Esther
    • Ezekiel Saw A Wheel
    • Sukkot, 5778 And The Rising Sun
    • Euler's Totient Function
  • #5
    • Measure For Measure
    • The Vision of Zechariah
    • The Numbers Point Straight, to 5778
    • The Great Alaskan Earthquake
    • The Song Of Moses
  • Videos
  • Text Menu

Isaia 1-33

Precedente
Successiva
Menu
Capitolo 1. Visione che Isaia, figlio di Amoz, ebbe su Giuda e su Gerusalemme nei giorni di Ozia, di Iotam, di Acaz e di Ezechia, re di Giuda. Udite, cieli; ascolta, terra, perche il Signore dice: <<Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende>>. Guai, gente peccatrice, popolo carico di iniquit`a! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro; perche volete ancora essere colpiti, accumulando ribellioni? La testa e tutta malata, tutto il cuore langue. Dalla pianta dei piedi alla testa non c'e in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, ne fasciate, ne curate con olio. Il vostro paese e devastato, le vostre citt`a arse dal fuoco. La vostra campagna, sotto i vostri occhi, la divorano gli stranieri; e una desolazione come Sodoma distrutta. E' rimasta sola la figlia di Sion come una capanna in una vigna, come un casotto in un campo di cocomeri, come una citt`a assediata. Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un resto, gia saremmo come Sodoma, simili a Gomorra. Udite la parola del Signore, voi capi di Sodoma; ascoltate la dottrina del nostro Dio, popolo di Gomorra! <<Che m'importa dei vostri sacrifici senza numero?>> dice il Signore. <<Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili, l'incenso e un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennit`a. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova>>. <<Su, venite e discutiamo>> dice il Signore. <<Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perche la bocca del Signore ha parlato>>. Come mai e diventata una prostituta la citt`a fedele? Era piena di rettitudine, la giustizia vi dimorava; ora invece e piena di assassini! Il tuo argento e diventato scoria, il tuo vino migliore e diluito con acqua. I tuoi capi sono ribelli e complici di ladri; tutti sono bramosi di regali, ricercano mance, non rendono giustizia all'orfano e la causa della vedova fino a loro non giunge. Percio, oracolo del Signore, Dio degli eserciti, il Potente di Israele: <<Ah, esigero soddisfazioni dai miei avversari, mi vendichero dei miei nemici. Stendero la mano su di te, purifichero nel crogiuolo le tue scorie, eliminero da te tutto il piombo. Rendero i tuoi giudici come una volta, i tuoi consiglieri come al principio. Dopo, sarai chiamata citt`a della giustizia, citt`a fedele>>. Sion sar`a riscattata con la giustizia, i suoi convertiti con la rettitudine. Tutti insieme finiranno in rovina ribelli e peccatori e periranno quanti hanno abbandonato il Signore. Vi vergognerete delle querce di cui vi siete compiaciuti, arrossirete dei giardini che vi siete scelti, poiche sarete come quercia dalle foglie avvizzite e come giardino senza acqua. Il forte diverr`a come stoppa, la sua opera come scintilla; bruceranno tutte e due insieme e nessuno le spegner`a.

Capitolo 2. Cio che Isaia, figlio di Amoz, vide riguardo a Giuda e a Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sar`a eretto sulla cima dei monti e sar`a piu alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: <<Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perche ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri>>. Poiche da Sion uscir`a la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sar`a giudice fra le genti e sar`a arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzer`a piu la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno piu nell'arte della guerra. Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore. Tu hai rigettato il tuo popolo, la casa di Giacobbe, perche rigurgitano di maghi orientali e di indovini come i Filistei; agli stranieri battono le mani. Il suo paese e pieno di argento e di oro, senza fine sono i suoi tesori; il suo paese e pieno di cavalli, senza numero sono i suoi carri. Il suo paese e pieno di idoli; adorano l'opera delle proprie mani, cio che hanno fatto le loro dita. Percio l'uomo sar`a umiliato, il mortale sar`a abbassato; tu non perdonare loro. Entra fra le rocce, nasconditi nella polvere, di fronte al terrore che desta il Signore, allo splendore della sua maest`a, quando si alzer`a a scuotere la terra. L'uomo abbasser`a gli occhi orgogliosi, l'alterigia umana si piegher`a; sar`a esaltato il Signore, lui solo in quel giorno. Poiche ci sar`a un giorno del Signore degli eserciti contro ogni superbo e altero, contro chiunque si innalza ad abbatterlo; contro tutti i cedri del Libano alti ed elevati, contro tutte le querce del Basan, contro tutti gli alti monti, contro tutti i colli elevati, contro ogni torre eccelsa, contro ogni muro inaccessibile, contro tutte le navi di Tarsis e contro tutte le imbarcazioni di lusso. Sar`a piegato l'orgoglio degli uomini, sar`a abbassata l'alterigia umana; sar`a esaltato il Signore, lui solo in quel giorno e gli idoli spariranno del tutto. Rifugiatevi nelle caverne delle rocce e negli antri sotterranei, di fronte al terrore che desta il Signore e allo splendore della sua maest`a, quando si alzer`a a scuotere la terra. In quel giorno ognuno getter`a gli idoli d'argento e gli idoli d'oro, che si era fatto per adorarli, ai topi e ai pipistrelli, per entrare nei crepacci delle rocce e nelle spaccature delle rupi, di fronte al terrore che desta il Signore e allo splendore della sua maest`a, quando si alzer`a a scuotere la terra. Guardatevi dunque dall'uomo, nelle cui narici non v'e che un soffio, perche in quale conto si puo tenere?

Capitolo 3. Ecco infatti, il Signore, Dio degli eserciti, toglie a Gerusalemme e a Giuda ogni genere di sostegno, ogni riserva di pane e ogni sostentamento d'acqua, il prode e il guerriero, il giudice e il profeta, l'indovino e l'anziano, il capo di una cinquantina e il notabile, il consigliere e il mago sapiente e l'esperto di incantesimi. Io mettero come loro capi ragazzi, monelli li domineranno. Il popolo user`a violenza: l'uno contro l'altro, individuo contro individuo; il giovane tratter`a con arroganza l'anziano, lo spregevole, il nobile. Poiche uno afferra l'altro nella casa del padre: <<Tu hai un mantello: sii nostro capo; prendi in mano questa rovina!>>. Ma quegli si alzer`a in quel giorno per dire: <<Non sono un medico; nella mia casa non c'e pane ne mantello; non mi ponete a capo del popolo!>>. Certo, Gerusalemme va in rovina e Giuda crolla, perche la loro lingua e le loro opere sono contro il Signore, fino ad offendere la vista della sua maest`a divina. La loro parzialit`a verso le persone li condanna ed essi ostentano il peccato come Sodoma: non lo nascondono neppure; disgraziati! Si preparano il male da se stessi. Beato il giusto, perche egli avr`a bene, manger`a il frutto delle sue opere. Guai all'empio! Lo colpir`a la sventura, secondo i misfatti delle sue mani avr`a la mercede. Il mio popolo! Un fanciullo lo tiranneggia e le donne lo dominano. Popolo mio, le tue guide ti traviano, distruggono la strada che tu percorri. Il Signore appare per muovere causa, egli si presenta per giudicare il suo popolo. Il Signore inizia il giudizio con gli anziani e i capi del suo popolo: <<Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case. Qual diritto avete di opprimere il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?>>. Oracolo del Signore, Signore degli eserciti. Dice il Signore: <<Poiche si sono insuperbite le figlie di Sion e procedono a collo teso, ammiccando con gli occhi, e camminano a piccoli passi facendo tintinnare gli anelli ai piedi, percio il Signore render`a tignoso il cranio delle figlie di Sion, il Signore denuder`a le loro tempie>>. In quel giorno il Signore toglier`a l'ornamento di fibbie, fermagli e lunette, orecchini, braccialetti, veli, bende, catenine ai piedi, cinture, boccette di profumi, amuleti, anelli, pendenti al naso, vesti preziose e mantelline, scialli, borsette, specchi, tuniche, cappelli e vestaglie. Invece di profumo ci sar`a marciume, invece di cintura una corda, invece di ricci calvizie, invece di vesti eleganti uno stretto sacco, invece di bellezza bruciatura. <<I tuoi prodi cadranno di spada, i tuoi guerrieri in battaglia>>. Si alzeranno lamenti e gemiti alle tue porte e tu, disabitata, giacerai a terra.

Capitolo 4. Sette donne afferreranno un uomo solo, in quel giorno, e diranno: <<Ci nutriremo del nostro pane e indosseremo le nostre vesti; soltanto, lasciaci portare il tuo nome. Toglici la nostra vergogna>>. In quel giorno, il germoglio del Signore crescer`a in onore e gloria e il frutto della terra sar`a a magnificenza e ornamento per gli scampati di Israele. Chi sar`a rimasto in Sion e chi sar`a superstite in Gerusalemme sar`a chiamato santo, cioe quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme. Quando il Signore avr`a lavato le brutture delle figlie di Sion e avr`a pulito l'interno di Gerusalemme dal sangue che vi e stato versato con lo spirito di giustizia e con lo spirito dello sterminio, allora verr`a il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutte le sue assemblee come una nube e come fumo di giorno, come bagliore di fuoco e fiamma di notte, perche sopra ogni cosa la gloria del Signore sar`a come baldacchino. Una tenda fornir`a ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro i temporali e contro la pioggia.

Capitolo 5. Cantero per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino. Egli aspetto che producesse uva, ma essa fece uva selvatica. Or dunque, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perche, mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica? Ora voglio farvi conoscere cio che sto per fare alla mia vigna: togliero la sua siepe e si trasformer`a in pascolo; demoliro il suo muro di cinta e verr`a calpestata. La rendero un deserto, non sar`a potata ne vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comandero di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti e la casa di Israele; gli abitanti di Giuda la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi. Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finche non vi sia piu spazio, e cos`i restate soli ad abitare nel paese. Ho udito con gli orecchi il Signore degli eserciti: <<Certo, molti palazzi diventeranno una desolazione, grandi e belli saranno senza abitanti>>. Poiche dieci iugeri di vigna produrranno solo un bat e un comer di seme produrr`a un'efa. Guai a coloro che si alzano presto al mattino e vanno in cerca di bevande inebrianti e si attardano alla sera accesi in volto dal vino. Ci sono cetre e arpe, timpani e flauti e vino per i loro banchetti; ma non badano all'azione del Signore, non vedono l'opera delle sue mani. Percio il mio popolo sar`a deportato senza che neppure lo sospetti. I suoi grandi periranno di fame, il suo popolo sar`a arso dalla sete. Pertanto gli inferi dilatano le fauci, spalancano senza misura la bocca. Vi precipitano dentro la nobilt`a e il popolo, il frastuono e la gioia della citt`a. L'uomo sar`a umiliato, il mortale sar`a abbassato, gli occhi dei superbi si abbasseranno. Sar`a esaltato il Signore degli eserciti nel giudizio e il Dio santo si mostrer`a santo nella giustizia. Allora vi pascoleranno gli agnelli come nei loro prati, sulle rovine brucheranno i capretti. Guai a coloro che si tirano addosso il castigo con corde da buoi e il peccato con funi da carro, che dicono: <<Faccia presto, acceleri pure l'opera sua, perche la vediamo; si facciano piu vicini e si compiano i progetti del Santo di Israele, perche li conosciamo>>. Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro. Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti. Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino, valorosi nel mescere bevande inebrianti, a coloro che assolvono per regali un colpevole e privano del suo diritto l'innocente. Percio, come una lingua di fuoco divora la stoppia e una fiamma consuma la paglia, cos`i le loro radici diventeranno un marciume e la loro fioritura voler`a via come polvere, perche hanno rigettato la legge del Signore degli eserciti, hanno disprezzato la parola del Santo di Israele. Per questo e divampato lo sdegno del Signore contro il suo popolo, su di esso ha steso la sua mano per colpire; hanno tremato i monti, i loro cadaveri erano come lordura in mezzo alle strade. Con tutto cio non si calma la sua ira e la sua mano resta ancora tesa. Egli alzer`a un segnale a un popolo lontano e gli far`a un fischio all'estremit`a della terra; ed ecco verr`a veloce e leggero. Nessuno fra essi e stanco o inciampa, nessuno sonnecchia o dorme, non si scioglie la cintura dei suoi fianchi e non si slaccia il legaccio dei suoi sandali. Le sue frecce sono acuminate, e ben tesi tutti i suoi archi; gli zoccoli dei suoi cavalli sono come pietre e le ruote dei suoi carri come un turbine. Il suo ruggito e come quello di una leonessa, ruggisce come un leoncello; freme e afferra la preda, la pone al sicuro, nessuno gliela strappa. Fremer`a su di lui in quel giorno come freme il mare; si guarder`a la terra: ecco, saranno tenebre, angoscia e la luce sar`a oscurata dalla caligine.

Capitolo 6. Nell'anno in cui mor`i il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro: Tutta la terra e piena della sua gloria>>. Vibravano gli stipiti delle porte alla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: perche un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti>>. Allora uno dei serafini volo verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. Egli mi tocco la bocca e mi disse: percio e scomparsa la tua iniquit`a e il tuo peccato e espiato>>. Poi io udii la voce del Signore che diceva: <<Chi mandero e chi andr`a per noi?>>. E io risposi: <<Eccomi, manda me!>>. Egli disse: <<V`a e riferisci a questo popolo: osservate pure, ma senza conoscere. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi e non veda con gli occhi ne oda con gli orecchi ne comprenda con il cuore ne si converta in modo da esser guarito>>. Io dissi: <<Fino a quando, Signore?>>. Egli rispose: le citt`a, senza abitanti, le case senza uomini e la campagna resti deserta e desolata>>. Il Signore scaccer`a la gente e grande sar`a l'abbandono nel paese. Ne rimarr`a una decima parte, ma di nuovo sar`a preda della distruzione come una quercia e come un terebinto, di cui alla caduta resta il ceppo. Progenie santa sar`a il suo ceppo.

Capitolo 7. Nei giorni di Acaz figlio di Iotam, figlio di Ozia, re di Giuda, Rez`in re di Aram e Pekach figlio di Romelia, re di Israele, marciarono contro Gerusalemme per muoverle guerra, ma non riuscirono a espugnarla. Fu dunque annunziato alla casa di Davide: <<Gli Aramei si sono accampati in Efraim>>. Allora il suo cuore e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano i rami del bosco per il vento. Il Signore disse a Isaia: <<V`a incontro ad Acaz, tu e tuo figlio Seariasub, fino al termine del canale della piscina superiore sulla strada del campo del lavandaio. Tu gli dirai: F`a attenzione e st`a tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumosi, per la collera di Rez`in degli Aramei e del figlio di Romelia. Poiche gli Aramei, Efraim e il figlio di Romelia hanno tramato il male contro di te, dicendo: Saliamo contro Giuda, devastiamolo e occupiamolo, e vi metteremo come re il figlio di Tabeel. Cos`i dice il Signore Dio: Cio non avverr`a e non sar`a! Perche capitale di Aram e Damasco e capo di Damasco e Rez`in. Capitale di Efraim e Samaria e capo di Samaria il figlio di Romelia. Ancora sessantacinque anni ed Efraim cesser`a di essere un popolo. Ma se non crederete, non avrete stabilit`a>>. Il Signore parlo ancora ad Acaz: <<Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassu in alto>>. Ma Acaz rispose: <<Non lo chiedero, non voglio tentare il Signore>>. Allora Isaia disse: <<Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perche ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi dar`a un segno. Ecco: la vergine concepir`a e partorir`a un figlio, che chiamer`a Emmanuele. Egli manger`a panna e miele finche non imparer`a a rigettare il male e a scegliere il bene. Poiche prima ancora che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene, sar`a abbandonato il paese di cui temi i due re. Il Signore mander`a su di te, sul tuo popolo e sulla casa di tuo padre giorni quali non vennero da quando Efraim si stacco da Giuda: mander`a il re di Assiria>>. Avverr`a in quel giorno: il Signore far`a un fischio alle mosche che sono all'estremit`a dei canali di Egitto e alle api che si trovano in Assiria. Esse verranno e si poseranno tutte nelle valli ricche di burroni, nelle fessure delle rocce, su ogni cespuglio e su ogni pascolo. In quel giorno il Signore rader`a con rasoio preso in affitto oltre il fiume, cioe il re assiro, il capo e il pelo del corpo, anche la barba toglier`a via. Avverr`a in quel giorno: ognuno allever`a una giovenca e due pecore. Per l'abbondanza del latte che faranno, si manger`a la panna; di panna e miele si ciber`a ogni superstite in mezzo a questo paese. Avverr`a in quel giorno: ogni luogo, dove erano mille viti valutate mille sicli d'argento, sar`a preda dei rovi e dei pruni. Vi si entrer`a armati di frecce e di arco, perche tutta la terra sar`a rovi e pruni. In tutti i monti, che erano vangati con la vanga, non si passer`a piu per paura delle spine e dei rovi. Serviranno da pascolo per armenti e da luogo battuto dal gregge.

Capitolo 8. Il Signore mi disse: <<Prenditi una grande tavoletta e scrivici con caratteri ordinari: A Maher-sal`al-cash-baz>>. Io mi presi testimoni fidati, il sacerdote Uria e Zaccaria figlio di Iebarach`ia. Poi mi unii alla profetessa, la quale concep`i e partor`i un figlio. Il Signore mi disse: <<Chiamalo Maher-sal`al-cash-baz, poiche, prima che il bambino sappia dire babbo e mamma, le ricchezze di Damasco e le spoglie di Samaria saranno portate davanti al re di Assiria>>. Il Signore mi disse di nuovo: <<Poiche questo popolo ha rigettato le acque di Siloe, che scorrono piano, e trema per Rez`in e per il figlio di Romelia, per questo, ecco, il Signore gonfier`a contro di loro le acque del fiume, impetuose e abbondanti: cioe il re assiro con tutto il suo splendore, irromper`a in tutti i suoi canali e strariper`a da tutte le sue sponde. Penetrer`a in Giuda, lo inonder`a e lo attraverser`a fino a giungere al collo. Le sue ali distese copriranno tutta l'estensione del tuo paese, Emmanuele. Sappiatelo, popoli: sarete frantumati; ascoltate voi tutte, nazioni lontane, cingete le armi e sarete frantumate. Preparate un piano, sar`a senza effetti; fate un proclama, non si realizzer`a, perche Dio e con noi>>. Poiche cos`i il Signore mi disse, quando mi aveva preso per mano e mi aveva proibito di incamminarmi nella via di questo popolo: <<Non chiamate congiura cio che questo popolo chiama congiura, non temete cio che esso teme e non abbiate paura>>. Il Signore degli eserciti, lui solo ritenete santo. Egli sia l'oggetto del vostro timore, della vostra paura. Egli sar`a laccio e pietra d'inciampo e scoglio che fa cadere per le due case di Israele, laccio e trabocchetto per chi abita in Gerusalemme. Tra di loro molti inciamperanno, cadranno e si sfracelleranno, saranno presi e catturati. Si chiuda questa testimonianza, si sigilli questa rivelazione nel cuore dei miei discepoli. Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui. Ecco, io e i figli che il Signore mi ha dato, siamo segni e presagi per Israele da parte del Signore degli eserciti, che abita sul monte Sion. Quando vi diranno: <<Interrogate gli spiriti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare i suoi dei? Per i vivi consultare i morti?>>, attenetevi alla rivelazione, alla testimonianza. Certo, faranno questo discorso che non offre speranza d'aurora. Egli si aggirer`a nel paese oppresso e affamato, e, quando sar`a affamato e preso dall'ira, maledir`a il suo re e il suo dio. Guarder`a in alto e rivolger`a lo sguardo sulla terra ed ecco angustia e tenebre e oscurit`a desolante. Ma la caligine sar`a dissipata, poiche non ci sar`a piu oscurit`a dove ora e angoscia. render`a gloriosa la via del mare, oltre il Giordano e la curva di Goim.

Capitolo 9. Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiche il giogo che gli pesava e la sbarra sulle sue spalle, il bastone del suo aguzzino tu hai spezzato come al tempo di Madian. Poiche ogni calzatura di soldato nella mischia e ogni mantello macchiato di sangue sar`a bruciato, sar`a esca del fuoco. Poiche un bambino e nato per noi, ci e stato dato un figlio. Sulle sue spalle e il segno della sovranit`a ed e chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sar`a il suo dominio e la pace non avr`a fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo far`a lo zelo del Signore degli eserciti. Una parola mando il Signore contro Giacobbe, essa cadde su Israele. La conoscer`a tutto il popolo, gli Efraimiti e gli abitanti di Samaria, che dicevano nel loro orgoglio e nell'arroganza del loro cuore: <<I mattoni sono caduti, ricostruiremo in pietra; i sicomori sono stati abbattuti, li sostituiremo con cedri>>. Il Signore suscito contro questo popolo i suoi nemici, stimolo i suoi avversari: gli Aramei dall'oriente, da occidente i Filistei che divorano Israele a grandi morsi. Con tutto cio non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa. Il popolo non e tornato a chi lo percuoteva; non ha ricercato il Signore degli eserciti. Pertanto il Signore ha amputato a Israele capo e coda, palma e giunco in un giorno. L'anziano e i notabili sono il capo, il profeta, maestro di menzogna, e la coda. Le guide di questo popolo lo hanno fuorviato e i guidati si sono perduti. Percio il Signore non avr`a piet`a dei suoi giovani, non si impietosir`a degli orfani e delle vedove, perche tutti sono empi e perversi; ogni bocca proferisce parole stolte. Con tutto cio non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa. Brucia l'iniquit`a come fuoco che divora rovi e pruni, divampa nel folto della selva, da dove si sollevano colonne di fumo. Per l'ira del Signore brucia la terra e il popolo e come un'esca per il fuoco; nessuno ha piet`a del proprio fratello. Dilania a destra, ma e ancora affamato, mangia a sinistra, ma senza saziarsi; ognuno mangia la carne del suo vicino. Man`asse contro Efraim ed Efraim contro Man`asse, tutti e due insieme contro Giuda. Con tutto cio non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa.

Capitolo 10. Guai a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze oppressive, per negare la giustizia ai miseri e per frodare del diritto i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la loro preda e per spogliare gli orfani. Ma che farete nel giorno del castigo, quando da lontano sopraggiunger`a la rovina? A chi ricorrerete per protezione? Dove lascerete la vostra ricchezza? Non vi rester`a che piegarvi tra i prigionieri o cadere tra i morti. Con tutto cio non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa. Oh! Assiria, verga del mio furore, bastone del mio sdegno. Contro una nazione empia io la mando e la comando contro un popolo con cui sono in collera perche lo saccheggi, lo depredi e lo calpesti come fango di strada. Essa pero non pensa cos`i e cos`i non giudica il suo cuore, ma vuole distruggere e annientare non poche nazioni. Anzi dice: <<Forse i miei capi non sono altrettanti re? Forse come C`archemis non e anche Calne? Come Arpad non e forse Amat? Come Damasco non e forse Samaria? Come la mia mano ha raggiunto quei regni degli idoli, le cui statue erano piu numerose di quelle di Gerusalemme e di Samaria, non posso io forse, come ho fatto a Samaria e ai suoi idoli, fare anche a Gerusalemme e ai suoi simulacri?>>. Quando il Signore avr`a terminato tutta l'opera sua sul monte Sion e a Gerusalemme, punir`a l'operato orgoglioso della mente del re di Assiria e cio di cui si gloria l'alterigia dei suoi occhi. Poiche ha detto: e con la mia sapienza, perche sono intelligente; ho rimosso i confini dei popoli e ho saccheggiato i loro tesori, ho abbattuto come un gigante coloro che sedevano sul trono. La mia mano, come in un nido, ha scovato la ricchezza dei popoli. Come si raccolgono le uova abbandonate, cos`i ho raccolto tutta la terra; non vi fu battito d'ala, nessuno apriva il becco o pigolava>>. Puo forse vantarsi la scure con chi taglia per suo mezzo o la sega insuperbirsi contro chi la maneggia? Come se un bastone volesse brandire chi lo impugna e una verga sollevare cio che non e di legno! Percio il Signore, Dio degli eserciti, mander`a una peste contro le sue piu valide milizie; sotto cio che e sua gloria arder`a un bruciore come bruciore di fuoco; esso consumer`a anima e corpo e sar`a come un malato che sta spegnendosi. La luce di Israele diventer`a un fuoco, il suo santuario una fiamma; essa divorer`a e consumer`a rovi e pruni in un giorno, la magnificenza della sua selva e del suo giardino; il resto degli alberi nella selva si conter`a facilmente, persino un ragazzo potrebbe farne il conto. In quel giorno il resto di Israele e i superstiti della casa di Giacobbe non si appoggeranno piu su chi li ha percossi, ma si appoggeranno sul Signore, sul Santo di Israele, con lealt`a. Torner`a il resto, il resto di Giacobbe, al Dio forte. Poiche anche se il tuo popolo, o Israele, fosse come la sabbia del mare, solo un suo resto ritorner`a; e decretato uno sterminio che far`a traboccare la giustizia, poiche un decreto di rovina eseguir`a il Signore, Dio degli eserciti, su tutta la regione. Pertanto cos`i dice il Signore, Dio degli eserciti: <<Popolo mio, che abiti in Sion, non temere l'Assiria che ti percuote con la verga e alza il bastone contro di te come gia l'Egitto. Perche ancora un poco, ben poco, e il mio sdegno avr`a fine; la mia ira li annienter`a>>. Contro di essa il Signore degli eserciti agiter`a il flagello, come quando colp`i Madian sulla rupe dell'Oreb; alzer`a la sua verga sul mare come fece con l'Egitto. In quel giorno sar`a tolto il suo fardello dalla tua spalla e il suo giogo cesser`a di pesare sul tuo collo. raggiunge Ai`at, attraversa Migron, in Micm`as depone il bagaglio. Attraversano il passo; in Gheba si accampano; Rama trema, fugge G`abaa di Saul. Grida con tutta la tua voce, Bat-Gall`im, st`a attenta, L`aisa, rispondile, Anatot! Madmen`a e in fuga, e alla fuga si danno gli abitanti di Ghebim. Oggi stesso far`a sosta a Nob, agiter`a la mano verso il monte della figlia di Sion, verso il colle di Gerusalemme. Ecco il Signore, Dio degli eserciti, che strappa i rami con fracasso; le punte piu alte sono troncate, le cime sono abbattute. E' reciso con il ferro il folto della selva e il Libano cade con la sua magnificenza.

Capitolo 11. Un germoglio spunter`a dal tronco di Iesse, un virgulto germoglier`a dalle sue radici. Su di lui si poser`a lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacer`a del timore del Signore. Non giudicher`a secondo le apparenze e non prender`a decisioni per sentito dire; ma giudicher`a con giustizia i miseri e prender`a decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sar`a una verga che percuoter`a il violento; con il soffio delle sue labbra uccider`a l'empio. Fascia dei suoi lombi sar`a la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedelt`a. Il lupo dimorer`a insieme con l'agnello, la pantera si sdraier`a accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guider`a. La vacca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciber`a di paglia, come il bue. Il lattante si trastuller`a sulla buca dell'aspide; il bambino metter`a la mano nel covo di serpenti velenosi. Non agiranno piu iniquamente ne saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perche la saggezza del Signore riempir`a il paese come le acque ricoprono il mare. In quel giorno la radice di Iesse si lever`a a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sar`a gloriosa. In quel giorno il Signore stender`a di nuovo la mano per riscattare il resto del suo popolo superstite dall'Assiria e dall'Egitto, da Patros, dall'Etiopia e dall'Elam, da Sennaar e da Amat e dalle isole del mare. Egli alzer`a un vessillo per le nazioni e raccoglier`a gli espulsi di Israele; raduner`a i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra. Cesser`a la gelosia di Efraim e gli avversari di Giuda saranno sterminati; Efraim non invidier`a piu Giuda e Giuda non ostegger`a piu Efraim. Voleranno verso occidente contro i Filistei, saccheggeranno insieme le tribu dell'oriente, stenderanno le mani su Edom e su Moab e gli Ammoniti saranno loro sudditi. Il Signore prosciugher`a il golfo del mare d'Egitto e stender`a la mano contro il fiume con la potenza del suo soffio, e lo divider`a in sette bracci cos`i che si possa attraversare con i sandali. Si former`a una strada per il resto del suo popolo che sar`a superstite dall'Assiria, come ce ne fu una per Israele quando usc`i dal paese d'Egitto.

Capitolo 12. Tu dirai in quel giorno: <<Ti ringrazio, Signore; tu eri in collera con me, ma la tua collera si e calmata e tu mi hai consolato. Ecco, Dio e la mia salvezza; io confidero, non temero mai, perche mia forza e mio canto e il Signore; egli e stato la mia salvezza. Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza>>. In quel giorno direte: <<Lodate il Signore, invocate il suo nome; manifestate tra i popoli le sue meraviglie, proclamate che il suo nome e sublime. Cantate inni al Signore, perche ha fatto cose grandiose, cio sia noto in tutta la terra. Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, perche grande in mezzo a voi e il Santo di Israele>>.

Capitolo 13. Oracolo su Babilonia, ricevuto in visione da Isaia figlio di Amoz. Su un monte brullo issate un segnale, alzate per essi un grido; fate cenni con la mano perche varchino le porte dei principi. Io ho dato un ordine ai miei consacrati; ho chiamato i miei prodi a strumento del mio sdegno, entusiasti della mia grandezza. Rumore di folla sui monti, simile a quello di un popolo immenso. Rumore fragoroso di regni, di nazioni radunate. Il Signore degli eserciti passa in rassegna un esercito di guerra. Vengono da un paese lontano, dall'estremo orizzonte, il Signore e gli strumenti della sua collera, per devastare tutto il paese. Urlate, perche e vicino il giorno del Signore; esso viene come una devastazione da parte dell'Onnipotente. Percio tutte le braccia sono fiacche, ogni cuore d'uomo viene meno; sono costernati, spasimi e dolori li prendono, si contorcono come una partoriente; ognuno osserva sgomento il suo vicino; i loro volti sono volti di fiamma. Ecco, il giorno del Signore arriva implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare della terra un deserto, per sterminare i peccatori. Poiche le stelle del cielo e la costellazione di Orione non daranno piu la loro luce; il sole si oscurer`a al suo sorgere e la luna non diffonder`a la sua luce. Io puniro il mondo per il male, gli empi per la loro iniquit`a; faro cessare la superbia dei protervi e umiliero l'orgoglio dei tiranni. Rendero l'uomo piu raro dell'oro e i mortali piu rari dell'oro di Ofir. Allora faro tremare i cieli e la terra si scuoter`a dalle fondamenta per lo sdegno del Signore degli eserciti, nel giorno della sua ira ardente. Allora, come una gazzella impaurita e come un gregge che nessuno raduna, ognuno si diriger`a verso il suo popolo, ognuno correr`a verso la sua terra. Quanti saranno trovati, saranno trafitti, quanti saranno presi, periranno di spada. I loro piccoli saranno sfracellati davanti ai loro occhi; saranno saccheggiate le loro case, disonorate le loro mogli. Ecco, io eccito contro di loro i Medi che non pensano all'argento, ne si curano dell'oro. Con i loro archi abbatteranno i giovani, non avranno piet`a dei piccoli appena nati, i loro occhi non avranno piet`a dei bambini. Babilonia, perla dei regni, splendore orgoglioso dei Caldei, sar`a come Sodoma e Gomorra sconvolte da Dio. Non sar`a abitata mai piu ne popolata di generazione in generazione. L'Arabo non vi pianter`a la sua tenda ne i pastori vi faranno sostare i greggi. Ma vi si stabiliranno gli animali del deserto, i gufi riempiranno le loro case, vi faranno dimora gli struzzi, vi danzeranno i s`atiri. Ululeranno le iene nei loro palazzi, gli sciacalli nei loro edifici lussuosi. La sua ora si avvicina, i suoi giorni non saranno prolungati.

Capitolo 14. Il Signore infatti avr`a piet`a di Giacobbe e si sceglier`a ancora Israele e li ristabilir`a nel loro paese. A loro si uniranno gli stranieri, che saranno incorporati nella casa di Giacobbe. I popoli li accoglieranno e li ricondurranno nel loro paese e se ne impossesser`a la casa di Israele nel paese del Signore come schiavi e schiave; cos`i faranno prigionieri coloro che li avevano resi schiavi e domineranno i loro avversari. In quel giorno il Signore ti liberer`a dalle tue pene e dal tuo affanno e dalla dura schiavitu con la quale eri stato asservito. Allora intonerai questa canzone sul re di Babilonia e dirai: e finita l'arroganza! Il Signore ha spezzato la verga degli iniqui, il bastone dei dominatori, di colui che percuoteva i popoli nel suo furore, con colpi senza fine, che dominava con furia le genti con una tirannia senza respiro. Riposa ora tranquilla tutta la terra ed erompe in grida di gioia. Persino i cipressi gioiscono riguardo a te e anche i cedri del Libano: Da quando tu sei prostrato, non salgono piu i tagliaboschi contro di noi. Gli inferi di sotto si agitano per te, per venirti incontro al tuo arrivo; per te essi svegliano le ombre, tutti i dominatori della terra, e fanno sorgere dai loro troni tutti i re delle nazioni. Tutti prendono la parola per dirti: Anche tu sei stato abbattuto come noi, sei diventato uguale a noi. Negli inferi e precipitato il tuo fasto, la musica delle tue arpe; sotto di te v'e uno strato di marciume, tua coltre sono i vermi. Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Saliro in cielo, sulle stelle di Dio innalzero il trono, dimorero sul monte dell'assemblea, nelle parti piu remote del settentrione. Saliro sulle regioni superiori delle nubi, mi faro uguale all'Altissimo. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondit`a dell'abisso! Quanti ti vedono ti guardano fisso, ti osservano attentamente. E' questo l'individuo che sconvolgeva la terra, che faceva tremare i regni, che riduceva il mondo a un deserto, che ne distruggeva le citt`a, che non apriva ai suoi prigionieri la prigione? Tutti i re dei popoli, tutti riposano con onore, ognuno nella sua tomba. Tu, invece, sei stato gettato fuori del tuo sepolcro, come un virgulto spregevole; sei circondato da uccisi trafitti da spada, come una carogna calpestata. A coloro che sono scesi in una tomba di pietre tu non sarai unito nella sepoltura, perche hai rovinato il tuo paese, hai assassinato il tuo popolo; non sar`a piu nominata la discendenza dell'iniquo. Preparate il massacro dei suoi figli a causa dell'iniquit`a del loro padre e non sorgano piu a conquistare la terra e a riempire il mondo di rovine>>. Io insorgero contro di loro - parola del Signore degli eserciti -, sterminero il nome di Babilonia e il resto, la prole e la stirpe - oracolo del Signore -. Io la ridurro a dominio dei ricci, a palude stagnante; la scopero con la scopa della distruzione - oracolo del Signore degli eserciti -. Il Signore degli eserciti ha giurato: <<In verit`a come ho pensato, accadr`a e succeder`a come ho deciso. Io spezzero l'Assiro nella mia terra e sui miei monti lo calpestero. Allora sparir`a da loro il suo giogo, il suo peso dalle loro spalle>>. Questa e la decisione presa per tutta la terra e questa e la mano stesa su tutte le genti. Poiche il Signore degli eserciti lo ha deciso; chi potr`a renderlo vano? La sua mano e stesa, chi gliela far`a ritirare? Nell'anno in cui mor`i il re Acaz fu comunicato questo oracolo: <<Non gioire, Filistea tutta, perche si e spezzata la verga di chi ti percuoteva. Poiche dalla radice del serpe uscir`a una vipera e il suo frutto sar`a un drago alato. I poveri pascoleranno sui miei prati e i miseri vi riposeranno tranquilli; ma faro morire di fame la tua stirpe e uccidero il tuo resto. Urla, porta; grida, citt`a; trema, Filistea tutta, perche dal settentrione si alza il fumo e nessuno si sbanda dalle sue schiere>>. Che si risponder`a ai messaggeri delle nazioni? <<Il Signore ha fondato Sion e in essa si rifugiano gli oppressi del suo popolo>>.

Capitolo 15. Oracolo su Moab. Ar-Moab e stata distrutta; e stata devastata di notte, Kir-Moab e stata distrutta. E' salita la gente di Dibon sulle alture, per piangere; su Nebo e su M`adaba Moab innalza un lamento; ogni testa e stata rasata, ogni barba e stata tagliata. Nelle sue strade si indossa il sacco, sulle sue terrazze si fa il lamento. Nelle sue piazze ognuno si lamenta, si scioglie in lacrime. Emettono urla Chesbon ed Eleale, le loro grida giungono fino a I`aas. Per questo tremano le viscere di Moab, freme la sua anima. Il cuore di Moab geme; i suoi fuggiaschi giungono fino a Zoar. Ah, la salita di Luch`it salgono piangendo. Sulla via di Coron`aim mandano grida strazianti. Le acque di Nimr`im sono un deserto, l'erba si e seccata, finita e la pastura; non c'e piu nulla di verde. Per questo fanno provviste, le loro riserve trasportano al di l`a del torrente dei Salici. Risuonano grida per tutto il territorio di Moab; fino a Eglaim giunge il suo urlo, fino a Bir-Elim il suo urlo. Le acque di Dimon sono piene di sangue, eppure colpiro Dimon con altri mali; un leone per i fuggiaschi di Moab e per il resto del paese.

Capitolo 16. Mandate l'agnello al signore del paese, dalla rupe verso il deserto al monte della figlia di Sion. Come un uccello fuggitivo, come una nidiata dispersa saranno le figlie di Moab ai guadi dell'Arnon. Dacci un consiglio, prendi una decisione! Rendi come la notte la tua ombra in pieno mezzogiorno; nascondi i dispersi, non tradire i fuggiaschi. Siano tuoi ospiti i dispersi di Moab; sii loro rifugio di fronte al devastatore. Quando sar`a estinto il tiranno e finita la devastazione, scomparso il distruttore della regione, allora sar`a stabilito un trono sulla mansuetudine, vi sieder`a con tutta fedelt`a, nella tenda di Davide, un giudice sollecito del diritto e pronto alla giustizia. Abbiamo udito l'orgoglio di Moab, l'orgogliosissimo, la sua alterigia, la sua superbia, la sua tracotanza, la vanit`a delle sue chiacchiere. Per questo i Moabiti innalzano un lamento per Moab, si lamentano tutti; per le focacce di uva di Kir-Careset gemono tutti costernati. Sono squallidi i campi di Chesbon, languiscono le viti di Sibm`a. Signori di popoli ne hanno spezzato i tralci che raggiungevano Iazer, penetravano fin nel deserto; i loro rami si estendevano liberamente, giungevano al mare. Per questo io piangero con il pianto di Iazer sui vigneti di Sibm`a. Ti inondero con le mie lacrime, Chesbon, Eleale, perche sui tuoi frutti e sulla tua vendemmia e piombato il grido dei vignaioli. Sono scomparse gioia e allegria dai frutteti; nelle vigne non si levano piu lieti clamori, ne si grida piu allegramente. Il vino nei tini nessuno lo ammosta, l'evviva di gioia e cessato. Percio le mie viscere fremono per Moab come una cetra, il mio intimo freme per Kir-Careset. Moab si mostrer`a e si stancher`a sulle alture, verr`a nel suo santuario per pregare, ma senza successo. Questo e il messaggio che pronunzio un tempo il Signore su Moab. Ma ora il Signore dice: <<In tre anni, come gli anni di un salariato, sar`a deprezzata la gloria di Moab con tutta la sua numerosa popolazione. Ne rimarr`a solo un resto, piccolo e impotente>>.

Capitolo 17. Oracolo su Damasco. diverr`a un cumulo di rovine. Le sue borgate saranno abbandonate per sempre; saranno pascolo dei greggi che vi riposeranno senza esserne scacciati. A Efraim sar`a tolta la cittadella, a Damasco la sovranit`a. Al resto degli Aramei toccher`a la stessa sorte della gloria degli Israeliti, oracolo del Signore degli eserciti. In quel giorno verr`a ridotta la gloria di Giacobbe e la pinguedine delle sue membra dimagrir`a. Avverr`a come quando il mietitore prende una manciata di steli, e con l'altro braccio falcia le spighe, come quando si raccolgono le spighe nella valle dei Refaim, Vi resteranno solo racimoli, come alla bacchiatura degli ulivi: due o tre bacche sulla cima dell'albero, quattro o cinque sui rami da frutto. Oracolo del Signore, Dio di Israele. In quel giorno si volger`a l'uomo al suo creatore e i suoi occhi guarderanno al Santo di Israele. Non si volger`a agli altari, lavoro delle sue mani; non guarder`a cio che fecero le sue dita, i pali sacri e gli altari per l'incenso. In quel giorno avverr`a alle tue fortezze come alle citt`a abbandonate che l'Eveo e l'Amorreo evacuarono di fronte agli Israeliti e sar`a una desolazione. Perche hai dimenticato Dio tuo salvatore e non ti sei ricordato della Roccia, tua fortezza. Tu pianti percio piante amene e innesti tralci stranieri; di giorno le pianti, le vedi crescere e al mattino vedi fiorire i tuoi semi, ma svanir`a il raccolto in un giorno di malattia e di dolore insanabile. Ah, il rumore di popoli immensi, rumore come il mugghio dei mari, fragore di nazioni come lo scroscio di acque che scorrono veementi. Le nazioni fanno fragore come il fragore di molte acque, ma il Signore le minaccia, esse fuggono lontano; come pula sono disperse sui monti dal vento e come mulinello di polvere dinanzi al turbine. Alla sera, ecco era tutto uno spavento, prima del mattino non e gia piu. Questo e il destino dei nostri predatori e la sorte dei nostri saccheggiatori.

Capitolo 18. Ah! paese dagli insetti ronzanti, che ti trovi oltre i fiumi di Etiopia, che mandi ambasciatori per mare, in canotti di papiro sulle acque: <<Andate, messaggeri veloci, verso un popolo alto e abbronzato, verso un popolo temuto ora e sempre, un popolo potente e vittorioso, il cui paese e solcato da fiumi>>. O voi tutti abitanti del mondo, che dimorate sulla terra, appena si alzer`a un segnale sui monti, guardatelo! Appena squiller`a la tromba, ascoltatela! Poiche questo mi ha detto il Signore: <<Io osservero tranquillo dalla mia dimora, come il calore sereno alla luce del sole, come una nube di rugiada al calore della mietitura>>. Poiche prima della raccolta, quando la fioritura e finita e il fiore e diventato un grappolo maturo, egli taglier`a i tralci con roncole, strapper`a e getter`a via i pampini. Saranno abbandonati tutti insieme agli avvoltoi dei monti e alle bestie selvatiche; su di essi gli avvoltoi passeranno l'estate su di essi tutte le bestie selvatiche passeranno l'inverno. In quel tempo saranno portate offerte al Signore degli eserciti da un popolo alto e abbronzato, da un popolo temuto ora e sempre, da un popolo potente e vittorioso, il cui paese e solcato da fiumi, saranno portate nel luogo dove e invocato il nome del Signore degli eserciti, sul monte Sion.

Capitolo 19. Oracolo sull'Egitto. ed entra in Egitto. Crollano gli idoli d'Egitto davanti a lui e agli Egiziani vien meno il cuore nel petto. Aizzero gli Egiziani contro gli Egiziani: combatter`a fratello contro fratello, uomo contro uomo, citt`a contro citt`a, regno contro regno. Gli Egiziani perderanno il senno e io distruggero il loro consiglio; per questo ricorreranno agli idoli e ai maghi, ai negromanti e agli indovini. Ma io mettero gli Egiziani in mano a un duro padrone, un re crudele li dominer`a. Oracolo del Signore, Dio degli eserciti. Si prosciugheranno le acque del mare, il fiume si inaridir`a e seccher`a. I suoi canali diventeranno putridi, diminuiranno e seccheranno i torrenti dell'Egitto, canne e giunchi ingialliranno. I giunchi sulle rive e alla foce del Nilo e tutti i seminati del Nilo seccheranno, saranno dispersi dal vento, non saranno piu. I pescatori si lamenteranno, gemeranno quanti gettano l'amo nel Nilo, quanti stendono le reti sull'acqua saranno desolati. Saranno delusi i lavoratori del lino, le cardatrici e i tessitori impallidiranno; i tessitori saranno avviliti, tutti i salariati saranno costernati. Quanto sono stolti i principi di Tanis! I piu saggi consiglieri del faraone sono uno stupido consiglio. Come osate dire al faraone: <<Sono figlio di saggi, figlio di re antichi>>? Dove sono, dunque, i tuoi saggi? Ti rivelino e manifestino quanto ha deciso il Signore degli eserciti a proposito dell'Egitto. Stolti sono i principi di Tanis; si ingannano i principi di Menfi. Hanno fatto traviare l'Egitto i capi delle sue tribu. Il Signore ha mandato in mezzo a loro uno spirito di smarrimento; essi fanno smarrire l'Egitto in ogni impresa, come barcolla un ubriaco nel vomito. Non riuscir`a all'Egitto qualunque opera faccia: il capo o la coda, la palma o il giunco. In quel giorno gli Egiziani diventeranno come femmine, tremeranno e temeranno all'agitarsi della mano che il Signore degli eserciti agiter`a contro di loro. Il paese di Giuda sar`a il terrore degli Egiziani; quando se ne parler`a, ne avranno spavento, a causa del proposito che il Signore degli eserciti ha formulato sopra di esso. In quel giorno ci saranno cinque citt`a nell'Egitto che parleranno la lingua di Canaan e giureranno per il Signore degli eserciti; una di esse si chiamer`a Citt`a del sole. In quel giorno ci sar`a un altare dedicato al Signore in mezzo al paese d'Egitto e una stele in onore del Signore presso la sua frontiera: sar`a un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nel paese d'Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli mander`a loro un salvatore che li difender`a e li liberer`a. Il Signore si riveler`a agli Egiziani e gli Egiziani riconosceranno in quel giorno il Signore, lo serviranno con sacrifici e offerte, faranno voti al Signore e li adempiranno. Il Signore percuoter`a ancora gli Egiziani ma, una volta colpiti, li risaner`a. Essi faranno ritorno al Signore ed egli si placher`a e li risaner`a. In quel giorno ci sar`a una strada dall'Egitto verso l'Assiria; l'Assiro andr`a in Egitto e l'Egiziano in Assiria; gli Egiziani serviranno il Signore insieme con gli Assiri. In quel giorno Israele sar`a il terzo con l'Egitto e l'Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. Li benedir`a il Signore degli eserciti: <<Benedetto sia l'Egiziano mio popolo, l'Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredit`a>>.

Capitolo 20. Nell'anno in cui il Tart`an, mandato ad Asdod da Sargon re di Assiria, giunse ad Asdod, la assal`i e la prese. In quel tempo il Signore disse per mezzo di Isaia figlio di Amoz: <<V`a, sciogliti il sacco dai fianchi e togliti i sandali dai piedi!>>. Cos`i egli fece, andando spoglio e scalzo. Il Signore poi disse: <<Come il mio servo Isaia e andato spoglio e scalzo per tre anni, come segno e simbolo per l'Egitto e per l'Etiopia, cos`i il re di Assiria condurr`a i prigionieri d'Egitto e i deportati dell'Etiopia, giovani e vecchi, spogli e scalzi e con le natiche scoperte, vergogna per l'Egitto. Allora saranno abbattuti e confusi a causa dell'Etiopia, loro speranza, e a causa dell'Egitto, di cui si vantavano. In quel giorno gli abitanti di questo lido diranno: Ecco che cosa e successo al paese al quale ci eravamo rivolti e nel quale cercavamo rifugio per essere aiutati e liberati dal re di Assiria! Ora come ci salveremo?>>.

Capitolo 21. Oracolo sul deserto del mare. cos`i egli viene dal deserto, da una terra orribile. Una visione angosciosa mi fu mostrata: il saccheggiatore che saccheggia, il distruttore che distrugge. Salite, o Elamiti, assediate, o Medi! Io faccio cessare ogni gemito. Per questo i miei reni tremano, mi hanno colto i dolori come di una partoriente; sono troppo sconvolto per udire, troppo sbigottito per vedere. Smarrito e il mio cuore, la costernazione mi invade; il crepuscolo tanto desiderato diventa il mio terrore. Si prepara la tavola, si stende la tovaglia, si mangia, si beve. <<Alzatevi, o capi, ungete gli scudi!>>. Poiche cos`i mi ha detto il Signore: <<V`a, metti una sentinella che annunzi quanto vede. Se vede cavalleria, coppie di cavalieri, gente che cavalca asini, gente che cavalca cammelli, osservi attentamente, con grande attenzione>>. La vedetta ha gridato: <<Al posto di osservazione, Signore, io sto sempre, tutto il giorno, e nel mio osservatorio sto in piedi, tutta la notte. Ecco, arriva una schiera di cavalieri, coppie di cavalieri>>. Essi esclamano e dicono: <<E' caduta, e caduta Babilonia! Tutte le statue dei suoi dei sono a terra, in frantumi>>. O popolo mio, calpestato, che ho trebbiato come su un'aia, cio che ho udito dal Signore degli eserciti, Dio di Israele, a voi ho annunziato. Oracolo sull'Idumea. <<Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?>>. La sentinella risponde: <<Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!>>. Oracolo sull'Arabia. carovane di Dedan; andando incontro agli assetati, portate acqua. Abitanti del paese di Tema, presentatevi ai fuggiaschi con pane per loro. Perche essi fuggono di fronte alle spade, di fronte alla spada affilata, di fronte all'arco teso, di fronte al furore della battaglia. Poiche mi ha detto il Signore: <<Ancora un anno, contato alla maniera degli anni di un salariato, e scomparir`a tutta la potenza gloriosa di Ked`ar. E il numero degli archi dei prodi di Ked`ar rester`a molto esiguo, perche il Signore Dio di Israele ha parlato>>.

Capitolo 22. Oracolo sulla valle della Visione. Che hai tu dunque, che sei salita tutta sulle terrazze, citt`a rumorosa e tumultuante, citt`a gaudente? I tuoi caduti non sono caduti di spada ne sono morti in battaglia. Tutti i tuoi capi sono fuggiti insieme, fatti prigionieri senza un tiro d'arco; tutti i tuoi prodi sono stati catturati insieme, o fuggirono lontano. Per questo dico: <<Stornate lo sguardo da me, che io pianga amaramente; non cercate di consolarmi per la desolazione della figlia del mio popolo>>. Poiche e un giorno di panico, di distruzione e di smarrimento, voluto dal Signore, Dio degli eserciti. Nella valle della Visione un diroccare di mura e un invocare aiuto verso i monti. Gli Elamiti hanno preso la faretra; gli Aramei montano i cavalli, Kir ha tolto il fodero allo scudo. Le migliori tra le tue valli sono piene di carri; i cavalieri si sono disposti contro la porta. Cos`i egli toglie la protezione di Giuda. Voi guardavate in quel giorno alle armi del palazzo della Foresta; le brecce della citt`a di Davide avete visto quante fossero; avete raccolto le acque della piscina inferiore, avete contato le case di Gerusalemme e demolito le case per fortificare le mura; avete costruito un serbatoio fra i due muri per le acque della piscina vecchia; ma voi non avete guardato a chi ha fatto queste cose, ne avete visto chi ha preparato cio da tempo. Vi invitava il Signore, Dio degli eserciti, in quel giorno al pianto e al lamento, a rasarvi il capo e a vestire il sacco. Ecco invece si gode e si sta allegri, si sgozzano buoi e si scannano greggi, si mangia carne e si beve vino: <<Si mangi e si beva, perche domani moriremo!>>. Ma il Signore degli eserciti si e rivelato ai miei orecchi: <<Certo non sar`a espiato questo vostro peccato, finche non sarete morti>>, dice il Signore, Dio degli eserciti. Cos`i dice il Signore, Dio degli eserciti: <<Recati da questo ministro, presso Sebn`a, il maggiordomo, che si taglia in alto il sepolcro e si scava nella rupe la tomba: Che cosa possiedi tu qui e chi hai tu qui, che ti stai scavando qui un sepolcro? Ecco, il Signore ti scaglier`a giu a precipizio, o uomo, ti afferrer`a saldamente, ti rotoler`a ben bene a rotoli come palla, verso un esteso paese. L`a morirai e l`a finiranno i tuoi carri superbi, o ignominia del palazzo del tuo padrone! Ti togliero la carica, ti rovescero dal tuo posto. In quel giorno chiamero il mio servo Eliak`im, figlio di Chelkia; lo rivestiro con la tua tunica, lo cingero della tua sciarpa e mettero il tuo potere nelle sue mani. Sar`a un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porro sulla spalla la chiave della casa di Davide; se egli apre, nessuno chiuder`a; se egli chiude, nessuno potr`a aprire. Lo conficchero come un paletto in luogo solido e sar`a un trono di gloria per la casa di suo padre. A lui attaccheranno ogni gloria della casa di suo padre: discendenti e nipoti, ogni vaso anche piccolo, dalle tazze alle anfore>>. In quel giorno - oracolo del Signore degli eserciti - ceder`a il paletto conficcato in luogo solido, si spezzer`a, cadr`a e andr`a in frantumi tutto cio che vi era appeso, perche il Signore ha parlato.

Capitolo 23. Oracolo su Tiro. perche e stato distrutto il vostro rifugio! Mentre tornavano dal paese dei Kittim, ne fu data loro notizia. Ammutolite, abitanti della costa, mercanti di Sidone, i cui agenti attraversavano grandi acque. Il frumento del Nilo, il raccolto del fiume era la sua ricchezza; era il mercato dei popoli. Vergognati, Sidone, perche ha parlato il mare, la fortezza marinara, dicendo: <<Io non ho avuto doglie, non ho partorito, non ho allevato giovani, non ho fatto crescere ragazze>>. Appena si sapr`a in Egitto, saranno addolorati per la notizia di Tiro. Passate in Tarsis, fate il lamento, abitanti della costa. E' questa la vostra citt`a gaudente, le cui origini risalgono a un'antichit`a remota, i cui piedi la portavano lontano per fissarvi dimore? Chi ha deciso questo contro Tiro l'incoronata, i cui mercanti erano principi, i cui trafficanti erano i piu nobili della terra? Il Signore degli eserciti lo ha deciso per svergognare l'orgoglio di tutto il suo fasto, per umiliare i piu nobili sulla terra. Coltiva la tua terra come il Nilo, figlia di Tarsis; il porto non esiste piu. Ha steso la mano verso il mare, ha sconvolto i regni, il Signore ha decretato per Canaan di abbattere le sue fortezze. Egli ha detto: <<Non continuerai a far baldoria, tu duramente oppressa, vergine figlia di Sidone. Alzati, v`a pure dai Kittim; neppure l`a ci sar`a pace per te>>. Ecco il paese da lui fondato per marinai, che ne avevano innalzato le torri; ne han demoliti i palazzi: egli l'ha ridotto a un cumulo di rovine. Fate il lamento, navi di Tarsis, perche e stato distrutto il vostro rifugio. In quel giorno Tiro sar`a dimenticata per settant'anni, quanti sono gli anni di un re. Alla fine dei settanta anni a Tiro si applicher`a la canzone della prostituta: <<Prendi la cetra, gira per la citt`a, prostituta dimenticata; suona con abilit`a, moltiplica i canti, perche qualcuno si ricordi di te>>. Ma alla fine dei settant'anni il Signore visiter`a Tiro, che ritorner`a ai suoi guadagni; essa trescher`a con tutti i regni del mondo sulla terra. Il suo salario e il suo guadagno saranno sacri al Signore. Non sar`a ammassato ne custodito il suo salario, ma andr`a a coloro che abitano presso il Signore, perche possano nutrirsi in abbondanza e vestirsi con decoro.

Capitolo 24. Ecco che il Signore spacca la terra, la squarcia e ne sconvolge la superficie e ne disperde gli abitanti. Avverr`a lo stesso al popolo come al sacerdote, allo schiavo come al suo padrone, alla schiava come alla sua padrona, al compratore come al venditore, al creditore come al debitore, a chi riceve come a chi d`a in prestito. Sar`a tutta spaccata la terra sar`a tutta saccheggiata, perche il Signore ha pronunziato questa parola. E' in lutto, languisce la terra; e squallido, languisce il mondo, il cielo con la terra perisce. La terra e stata profanata dai suoi abitanti, perche hanno trasgredito le leggi, hanno disobbedito al decreto, hanno infranto l'alleanza eterna. Per questo la maledizione divora la terra, i suoi abitanti ne scontano la pena; per questo sono bruciati gli abitanti della terra e sono rimasti solo pochi uomini. Lugubre e il mosto, la vigna languisce, gemono tutti. E' cessata la gioia dei timpani, e finito il chiasso dei gaudenti, e cessata la gioia della cetra. Non si beve piu il vino tra i canti, la bevanda inebriante e amara per chi la beve. E' distrutta la citt`a del caos, e chiuso l'ingresso di ogni casa. Per le strade si lamentano, perche non c'e vino; ogni gioia e scomparsa, se ne e andata la letizia dal paese. Nella citt`a e rimasta la desolazione; la porta e stata abbattuta, fatta a pezzi. Perche cos`i accadr`a nel centro della terra, in mezzo ai popoli, come quando si bacchiano le ulive, come quando si racimola, finita la vendemmia. Quelli alzeranno la voce, acclameranno alla maest`a del Signore. Gridano dal mare: <<Acclamate, pertanto, popoli! Voi in oriente, glorificate il Signore, nelle isole del mare, il nome del Signore, Dio d'Israele. Dagli angoli estremi della terra abbiamo udito il canto: Gloria al giusto>>. Guai a me! Ohime!>>. I perfidi agiscono perfidamente, i perfidi operano con perfidia. Terrore, fossa e laccio ti sovrastano, o abitante della terra. Chi fugge al grido di terrore cadr`a nella fossa, chi risale dalla fossa sar`a preso nel laccio. Le cateratte dall'alto si aprono e si scuotono le fondamenta della terra. A pezzi andr`a la terra, in frantumi si ridurr`a la terra, crollando croller`a la terra. Certo, barcoller`a la terra come un ubriaco, vaciller`a come una tenda; peser`a su di essa la sua iniquit`a, cadr`a e non si rialzer`a. In quel giorno il Signore punir`a in alto l'esercito di lassu e qui in terra i re della terra. Saranno radunati e imprigionati in una fossa, saranno rinchiusi in un carcere e dopo lungo tempo saranno puniti. Arrossir`a la luna, impallidir`a il sole, perche il Signore degli eserciti regna sul monte Sion e in Gerusalemme e davanti ai suoi anziani sar`a glorificato.

Capitolo 25. Signore, tu sei il mio Dio; voglio esaltarti e lodare il tuo nome, perche hai eseguito progetti meravigliosi, concepiti da lungo tempo, fedeli e veri. Poiche hai ridotto la citt`a ad un mucchio di sassi, la cittadella fortificata ad una rovina, la fortezza dei superbi non e piu citt`a, non si ricostruir`a mai piu. Per questo ti glorifica un popolo forte, la citt`a di genti possenti ti venera. Perche tu sei sostegno al misero, sostegno al povero nella sua angoscia, riparo dalla tempesta, ombra contro il caldo; poiche lo sbuffare dei tiranni e come pioggia d'inverno, come arsura in terra arida il clamore dei superbi. Tu mitighi l'arsura con l'ombra d'una nube, l'inno dei tiranni si spegne. Preparer`a il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapper`a su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminer`a la morte per sempre; il Signore Dio asciugher`a le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo far`a scomparire da tutto il paese, poiche il Signore ha parlato. E si dir`a in quel giorno: <<Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perche ci salvasse; questi e il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza. Poiche la mano del Signore si poser`a su questo monte>>. Moab invece sar`a calpestato al suolo, come si pesta la paglia nella concimaia. L`a esso stender`a le mani, come le distende il nuotatore per nuotare; ma il Signore abbasser`a la sua superbia, nonostante l'annaspare delle sue mani. L'eccelsa fortezza delle tue mura egli abbatter`a e demolir`a, la rader`a al suolo.

Capitolo 26. In quel giorno si canter`a questo canto nel paese di Giuda: egli ha eretto a nostra salvezza mura e baluardo. Aprite le porte: entri il popolo giusto che mantiene la fedelt`a. Il suo animo e saldo; tu gli assicurerai la pace, pace perche in te ha fiducia. Confidate nel Signore sempre, perche il Signore e una roccia eterna; perche egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto; la citt`a eccelsa l'ha rovesciata, rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo. I piedi la calpestano, i piedi degli oppressi, i passi dei poveri. Il sentiero del giusto e diritto, il cammino del giusto tu rendi piano. S`i, nella via dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio. La mia anima anela a te di notte, al mattino il mio spirito ti cerca, perche quando pronunzi i tuoi giudizi sulla terra, giustizia imparano gli abitanti del mondo. Si usi pure clemenza all'empio, non imparer`a la giustizia; sulla terra egli distorce le cose diritte e non guarda alla maest`a del Signore. Signore, sta alzata la tua mano, ma essi non la vedono. Vedano, arrossendo, il tuo amore geloso per il popolo; anzi, il fuoco preparato per i tuoi nemici li divori. Signore, ci concederai la pace, poiche tu dai successo a tutte le nostre imprese. Signore nostro Dio, altri padroni, diversi da te, ci hanno dominato, ma noi te soltanto, il tuo nome invocheremo. I morti non vivranno piu, le ombre non risorgeranno; poiche tu li hai puniti e distrutti, hai fatto svanire ogni loro ricordo. Hai fatto crescere la nazione, Signore, hai fatto crescere la nazione, ti sei glorificato, hai dilatato tutti i confini del paese. Signore, nella tribolazione ti abbiamo cercato; a te abbiamo gridato nella prova, che e la tua correzione. Come una donna incinta che sta per partorire si contorce e grida nei dolori, cos`i siamo stati noi di fronte a te, Signore. Abbiamo concepito, abbiamo sentito i dolori quasi dovessimo partorire: era solo vento; non abbiamo portato salvezza al paese e non sono nati abitanti nel mondo. Ma di nuovo vivranno i tuoi morti, risorgeranno i loro cadaveri. Si sveglieranno ed esulteranno quelli che giacciono nella polvere, perche la tua rugiada e rugiada luminosa, la terra dar`a alla luce le ombre. V`a, popolo mio, entra nelle tue stanze e chiudi la porta dietro di te. Nasconditi per un momento finche non sia passato lo sdegno. Perche ecco, il Signore esce dalla sua dimora per punire le offese fatte a lui dagli abitanti della terra; la terra ributter`a fuori il sangue assorbito e piu non coprir`a i suoi cadaveri.

Capitolo 27. In quel giorno il Signore punir`a con la spada dura, grande e forte, il Leviat`an serpente guizzante, il Leviat`an serpente tortuoso e uccider`a il drago che sta nel mare. In quel giorno si dir`a: <<La vigna deliziosa: cantate di lei!>>. Io, il Signore, ne sono il guardiano, a ogni istante la irrigo; per timore che venga danneggiata, io ne ho cura notte e giorno. Io non sono in collera. Vi fossero rovi e pruni, io muoverei loro guerra, li brucerei tutti insieme. O, meglio, si stringa alla mia protezione, faccia la pace con me, con me faccia la pace! Nei giorni futuri Giacobbe metter`a radici, Israele fiorir`a e germoglier`a, riempir`a il mondo di frutti. Il Signore lo ha forse percosso come i suoi percussori? O lo ha ucciso come uccise i suoi uccisori? Lo ha punito cacciandolo via, respingendolo, lo ha rimosso con soffio impetuoso come quando tira il vento d'oriente! Proprio cos`i sar`a espiata l'iniquit`a di Giacobbe e questo sar`a tutto il frutto per la rimozione del suo peccato: mentre egli ridurr`a tutte le pietre dell'altare come si fa delle pietre che si polverizzano per la calce, non erigeranno piu pali sacri ne altari per l'incenso. La fortezza e divenuta desolata, un luogo spopolato e abbandonato come un deserto; vi pascola il vitello, vi si sdraia e ne bruca gli arbusti. I suoi rami seccandosi si spezzeranno; le donne verranno ad accendervi il fuoco. Certo, si tratta di un popolo privo di intelligenza; per questo non ne avr`a piet`a chi lo ha creato, ne chi lo ha fatto ne avr`a compassione. In quel giorno, dal corso dell'Eufrate al torrente d'Egitto, il Signore batter`a le spighe e voi sarete raccolti uno a uno, Israeliti. In quel giorno suoner`a la grande tromba, verranno gli sperduti nel paese di Assiria e i dispersi nel paese di Egitto. Essi si prostreranno al Signore sul monte santo, in Gerusalemme.

Capitolo 28. Guai alla corona superba degli ubriachi di Efraim, al fiore caduco, suo splendido ornamento, che domina la fertile valle, o storditi dal vino! Ecco, inviato dal Signore, un uomo potente e forte, come nembo di grandine, come turbine rovinoso, come nembo di acque torrenziali e impetuose, getta tutto a terra con violenza. Dai piedi verr`a calpestata la corona degli ubriachi di Efraim. E avverr`a al fiore caduco del suo splendido ornamento, che domina la valle fertile, come a un fico primaticcio prima dell'estate: uno lo vede, lo coglie e lo mangia appena lo ha in mano. In quel giorno sar`a il Signore degli eserciti una corona di gloria, uno splendido diadema per il resto del suo popolo, ispiratore di giustizia per chi siede in tribunale, forza per chi respinge l'assalto alla porta. Anche costoro barcollano per il vino, vanno fuori strada per le bevande inebrianti. Sacerdoti e profeti barcollano per la bevanda inebriante, affogano nel vino; vanno fuori strada per le bevande inebrianti, s'ingannano mentre hanno visioni, dondolano quando fanno da giudici. Tutte le tavole sono piene di fetido vomito; non c'e un posto pulito. <<A chi vuole insegnare la scienza? A chi vuole spiegare il discorso? Ai bambini divezzati, appena staccati dal seno? S`i: precetto su precetto, precetto su precetto, norma su norma, norma su norma, un po' qui, un po' l`a>>. Con labbra balbettanti e in lingua straniera parler`a a questo popolo colui che aveva detto loro: <<Ecco il riposo! Fate riposare lo stanco. Ecco il sollievo!>>. Ma non vollero udire. E sar`a per loro la parola del Signore: <<precetto su precetto, precetto su precetto, norma su norma, norma su norma, un po' qui, un po' l`a>>, perche camminando cadano all'indietro, si producano fratture, siano presi e fatti prigionieri. Percio ascoltate la parola del Signore, uomini arroganti, signori di questo popolo che sta in Gerusalemme: <<Voi dite: Abbiamo concluso un'alleanza con la morte, e con gli inferi abbiamo fatto lega; il flagello del distruttore, quando passer`a, non ci raggiunger`a; perche ci siamo fatti della menzogna un rifugio e nella falsit`a ci siamo nascosti>>. Dice il Signore Dio: <<Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non vaciller`a. Io porro il diritto come misura e la giustizia come una livella. La grandine spazzer`a via il vostro rifugio fallace, le acque travolgeranno il vostro riparo. Sar`a cancellata la vostra alleanza con la morte; la vostra lega con gli inferi non regger`a. Quando passer`a il flagello del distruttore, voi sarete la massa da lui calpestata. Ogni volta che passer`a, vi prender`a, poiche passer`a ogni mattino, giorno e notte. E solo il terrore far`a capire il discorso>>. Troppo corto sar`a il letto per distendervisi, troppo stretta la coperta per avvolgervisi. Poiche come sul monte Peras`im si lever`a il Signore; come nella valle di G`abaon si adirer`a per compiere l'opera, la sua opera singolare, e per eseguire il lavoro, il suo lavoro inconsueto. Ora cessate di agire con arroganza perche non si stringano di piu le vostre catene, perche un decreto di rovina io ho udito, da parte del Signore, Dio degli eserciti, riguardo a tutta la terra. Porgete l'orecchio e ascoltate la mia voce, fate attenzione e sentite le mie parole. Ara forse tutti i giorni l'aratore, rompe e sarchia la terra? Forse non ne spiana la superficie, non vi semina l'aneto e non vi sparge il cumino? E non vi pone grano e orzo e spelta lungo i confini? E la sua perizia rispetto alla regola gliela insegna il suo Dio. Certo, l'aneto non si batte con il tribbio, ne si fa girare sul cumino il rullo, ma con una bacchetta si batte l'aneto e con la verga il cumino. Il frumento vien forse schiacciato? Certo, non lo si pesta senza fine, ma vi si spinge sopra il rullo e gli zoccoli delle bestie senza schiacciarlo. Anche questo proviene dal Signore degli eserciti: egli si mostra mirabile nel consiglio, grande nella sapienza.

Capitolo 29. Guai ad Ariel, ad Ariel, citt`a dove pose il campo Davide! Aggiungete anno ad anno, si avvicendino i cicli festivi. Io mettero alle strette Ariel, ci saranno gemiti e lamenti. Tu sarai per me come un vero Ariel, io mi accampero come Davide contro di te e ti circondero di trincee, innalzero contro di te un vallo. Allora prostrata parlerai da terra e dalla polvere saliranno fioche le tue parole; sembrer`a di un fantasma la tua voce dalla terra, e dalla polvere la tua parola risuoner`a come bisbiglio. Sar`a come polvere fine la massa dei tuoi oppressori e come pula dispersa la massa dei tuoi tiranni. Ma d'improvviso, subito, dal Signore degli eserciti sarai visitata con tuoni, rimbombi e rumore assordante, con uragano e tempesta e fiamma di fuoco divoratore. E sar`a come un sogno, come una visione notturna, la massa di tutte le nazioni che marciano su Ariel, di quanti la attaccano e delle macchine poste contro di essa. Avverr`a come quando un affamato sogna di mangiare, ma si sveglia con lo stomaco vuoto; come quando un assetato sogna di bere, ma si sveglia stanco e con la gola riarsa: cos`i succeder`a alla folla di tutte le nazioni che marciano contro il monte Sion. Stupite pure cos`i da restare sbalorditi, chiudete gli occhi in modo da rimanere ciechi; ubriacatevi ma non di vino, barcollate ma non per effetto di bevande inebrianti. Poiche il Signore ha versato su di voi uno spirito di torpore, ha chiuso i vostri occhi, ha velato i vostri capi. Per voi ogni visione sar`a come le parole di un libro sigillato: si d`a a uno che sappia leggere dicendogli: <<Leggilo>>, ma quegli risponde: <<Non posso, perche e sigillato>>. Oppure si d`a il libro a chi non sa leggere dicendogli: <<Leggilo>>, ma quegli risponde: <<Non so leggere>>. Dice il Signore: <<Poiche questo popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore e lontano da me e il culto che mi rendono e un imparaticcio di usi umani, percio, eccomi, continuero a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; perir`a la sapienza dei suoi sapienti e si eclisser`a l'intelligenza dei suoi intelligenti>>. Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore per dissimulare i loro piani, a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: <<Chi ci vede? Chi ci conosce?>>. Quanto siete perversi! Forse che il vasaio e stimato pari alla creta? Un oggetto puo dire del suo autore: <<Non mi ha fatto lui>>? E un vaso puo dire del vasaio: <<Non capisce>>? Certo, ancora un po' e il Libano si cambier`a in un frutteto e il frutteto sar`a considerato una selva. Udranno in quel giorno i sordi le parole di un libro; liberati dall'oscurit`a e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i piu poveri gioiranno nel Santo di Israele. Perche il tiranno non sar`a piu, sparir`a il beffardo, saranno eliminati quanti tramano iniquit`a, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla. Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore che riscatto Abramo: <<D'ora in poi Giacobbe non dovr`a piu arrossire, il suo viso non impallidir`a piu, poiche vedendo il lavoro delle mie mani tra di loro, santificheranno il mio nome, santificheranno il Santo di Giacobbe e temeranno il Dio di Israele. Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza e i brontoloni impareranno la lezione>>.

Capitolo 30. Guai a voi, figli ribelli -oracolo del Signore - che fate progetti da me non suggeriti, vi legate con alleanze che io non ho ispirate cos`i da aggiungere peccato a peccato. Siete partiti per scendere in Egitto senza consultarmi, per mettervi sotto la protezione del faraone e per ripararvi all'ombra dell'Egitto. La protezione del faraone sar`a la vostra vergogna e il riparo all'ombra dell'Egitto la vostra confusione. Quando i suoi capi saranno giunti a Tanis e i messaggeri avranno raggiunto Canes, tutti saran delusi di un popolo che non giover`a loro, che non porter`a ne aiuto ne vantaggio ma solo confusione e ignominia. Oracolo sulle bestie del Negheb. In una terra di angoscia e di miseria, adatta a leonesse e leoni ruggenti, a vipere e draghi volanti, essi portano le loro ricchezze sul dorso di asini, i tesori sulla gobba di cammelli a un popolo che non giova a nulla. Vano e inutile e l'aiuto dell'Egitto; per questo lo chiamo: Raab l'ozioso. Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un documento, perche resti per il futuro in testimonianza perenne. Poiche questo e un popolo ribelle, sono figli bugiardi, figli che non vogliono ascoltare la legge del Signore. Essi dicono ai veggenti: <<Non abbiate visioni>> e ai profeti: <<Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni! Scostatevi dalla retta via, uscite dal sentiero, toglieteci dalla vista il Santo di Israele>>. Pertanto dice il Santo di Israele: <<Poiche voi rigettate questo avvertimento e confidate nella perversit`a e nella perfidia, ponendole a vostro sostegno, ebbene questa colpa diventer`a per voi come una breccia che minaccia di crollare, che sporge su un alto muro, il cui crollo avviene in un attimo, improvviso, e si infrange come un vaso di creta, frantumato senza misericordia, cos`i che non si trova tra i suoi frantumi neppure un coccio con cui si possa prendere fuoco dal braciere o attingere acqua dalla cisterna>>. Poiche dice il Signore Dio, il Santo di Israele: <<Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell'abbandono confidente sta la vostra forza>>. Ma voi non avete voluto, anzi avete detto: <<No, noi fuggiremo su cavalli>>. - Ebbene, fuggite! - <<Cavalcheremo su destrieri veloci>>. Ebbene piu veloci saranno i vostri inseguitori. Mille si spaventeranno per la minaccia di uno, per la minaccia di cinque vi darete alla fuga, finche resti di voi qualcosa come un palo sulla cima di un monte e come un'asta sopra una collina. Eppure il Signore aspetta per farvi grazia, per questo sorge per aver piet`a di voi, perche un Dio giusto e il Signore; beati coloro che sperano in lui! Popolo di Sion che abiti in Gerusalemme, tu non dovrai piu piangere; a un tuo grido di supplica ti far`a grazia; appena udr`a, ti dar`a risposta. Anche se il Signore ti dar`a il pane dell'afflizione e l'acqua della tribolazione, tuttavia non si terr`a piu nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: <<Questa e la strada, percorretela>>, caso mai andiate a destra o a sinistra. Considererai cose immonde le tue immagini ricoperte d'argento; i tuoi idoli rivestiti d'oro getterai via come un oggetto immondo. <<Fuori!>> tu dirai loro. Allora egli conceder`a la pioggia per il seme che avrai seminato nel terreno; il pane, prodotto della terra, sar`a abbondante e sostanzioso; in quel giorno il tuo bestiame pascoler`a su un vasto prato. I buoi e gli asini che lavorano la terra mangeranno biada saporita, ventilata con la pala e con il vaglio. Su ogni monte e su ogni colle elevato, scorreranno canali e torrenti d'acqua nel giorno della grande strage, quando cadranno le torri. La luce della luna sar`a come la luce del sole e la luce del sole sar`a sette volte di piu, quando il Signore curer`a la piaga del suo popolo e guarir`a le lividure prodotte dalle sue percosse. Ecco il nome del Signore venire da lontano; ardente e la sua ira e gravoso il suo divampare; le sue labbra traboccano sdegno, la sua lingua e come un fuoco divorante. Il suo soffio e come un torrente che straripa, che giunge fino al collo. Viene per vagliare i popoli con il vaglio distruttore e per mettere alle mascelle dei popoli una briglia che porta a rovina. Voi innalzerete il vostro canto come nella notte in cui si celebra una festa; avrete la gioia nel cuore come chi parte al suono del flauto, per recarsi al monte del Signore, alla Roccia d'Israele. Il Signore far`a udire la sua voce maestosa e mostrer`a come colpisce il suo braccio con ira ardente, in mezzo a un fuoco divorante, tra nembi, tempesta e grandine furiosa. Poiche alla voce del Signore tremer`a l'Assiria, quando sar`a percossa con la verga. Ogni colpo del bastone punitivo, che il Signore le far`a piombare addosso, sar`a accompagnato con timpani e cetre. Egli combatter`a contro di essa con battaglie tumultuose; poiche il Tofet e preparato da tempo, esso e pronto anche per il re; profondo e largo e il rogo, fuoco e legna abbondano, lo accender`a, come torrente di zolfo, il soffio del Signore.

Capitolo 31. Guai a quanti scendono in Egitto per cercar aiuto, e pongono la speranza nei cavalli, confidano nei carri perche numerosi e sulla cavalleria perche molto potente, senza guardare al Santo di Israele e senza cercare il Signore. Eppure anch'egli e capace di mandare sciagure e non rinnega le sue parole. Egli si alzer`a contro la razza dei malvagi e contro l'aiuto dei malfattori. L'Egiziano e un uomo e non un dio, i suoi cavalli sono carne e non spirito. Il Signore stender`a la sua mano: inciamper`a chi porta aiuto e cadr`a chi e aiutato, tutti insieme periranno. Poiche cos`i mi ha parlato il Signore: <<Come per la sua preda ruggisce il leone o il leoncello, quando gli si raduna contro tutta la schiera dei pastori, e non teme le loro grida ne si preoccupa del loro chiasso, cos`i scender`a il Signore degli eserciti per combattere sul monte Sion e sulla sua collina. Come gli uccelli proteggono i loro pulcini, cos`i il Signore degli eserciti protegger`a Gerusalemme; egli la protegger`a, ed essa sar`a salvata, la risparmier`a ed essa sar`a liberata>>. Ritornate, Israeliti, a colui al quale vi siete profondamente ribellati. In quel giorno ognuno rigetter`a i suoi idoli d'argento e i suoi idoli d'oro, lavoro delle vostre mani peccatrici. Cadr`a l'Assiria sotto una spada che non e di uomo; una spada non umana la divorer`a; se essa sfugge alla spada, i suoi giovani guerrieri saranno ridotti in schiavitu. Essa abbandoner`a per lo spavento la sua rocca e i suoi capi tremeranno per un'insegna. Oracolo del Signore che ha un fuoco in Sion e una fornace in Gerusalemme.

Capitolo 32. Ecco, un re regner`a secondo giustizia e i principi governeranno secondo il diritto. Ognuno sar`a come un riparo contro il vento e uno schermo dall'acquazzone, come canali d'acqua in una steppa, come l'ombra di una grande roccia su arida terra. Non si chiuderanno piu gli occhi di chi vede e gli orecchi di chi sente staranno attenti. Gli animi volubili si applicheranno a comprendere e la lingua dei balbuzienti parler`a spedita e con chiarezza. L'abietto non sar`a chiamato piu nobile ne l'imbroglione sar`a detto gentiluomo, poiche l'abietto fa discorsi abietti e il suo cuore trama iniquit`a, per commettere empiet`a e affermare errori intorno al Signore, per lasciare vuoto lo stomaco dell'affamato e far mancare la bevanda all'assetato. L'imbroglione - iniqui sono i suoi imbrogli - macchina scelleratezze per rovinare gli oppressi con parole menzognere, anche quando il povero puo provare il suo diritto. Il nobile invece si propone cose nobili e agisce sempre con nobilt`a. Donne spensierate, suvvia ascoltate la mia voce; figlie baldanzose, porgete l'orecchio alle mie parole. Fra un anno e piu giorni voi tremerete, o baldanzose, perche finita la vendemmia non ci sar`a piu raccolto. Temete, o spensierate; tremate, o baldanzose, deponete le vesti, spogliatevi, cingetevi i fianchi di sacco. Battetevi il petto per le campagne amene, per i fertili vigneti, per la terra del mio popolo, nella quale cresceranno spine e pruni, per tutte le case in gioia, per la citt`a gaudente; poiche il palazzo sar`a abbandonato, la citt`a rumorosa sar`a deserta, l'Ofel e il torrione diventeranno caverne per sempre, gioia degli asini selvatici, pascolo di mandrie. Ma infine in noi sar`a infuso uno spirito dall'alto; allora il deserto diventer`a un giardino e il giardino sar`a considerato una selva. Nel deserto prender`a dimora il diritto e la giustizia regner`a nel giardino. Effetto della giustizia sar`a la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza. Il mio popolo abiter`a in una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in luoghi sicuri, anche se la selva cadr`a e la citt`a sar`a sprofondata. Beati voi! Seminerete in riva a tutti i ruscelli e lascerete in libert`a buoi e asini.

Capitolo 33. Guai a te, che devasti e non sei stato devastato, che saccheggi e non sei stato saccheggiato: sarai devastato, quando avrai finito di devastare, ti saccheggeranno, quando avrai finito di saccheggiare. Signore, piet`a di noi, in te speriamo; sii il nostro braccio ogni mattina, nostra salvezza nel tempo dell'angoscia. Al rumore della tua minaccia fuggono i popoli, quando ti levi si disperdono le nazioni. Si ammucchia la preda come si ammucchiano le cavallette vi si precipita sopra come vi si precipitano le locuste. Eccelso e il Signore poiche dimora lassu; egli riempie Sion di diritto e di giustizia. C'e sicurezza nelle sue leggi, ricchezze salutari sono sapienza e scienza; il timore di Dio e il suo tesoro. Ecco gli araldi gridano di fuori, i messaggeri di pace piangono amaramente. Sono deserte le strade, non c'e chi passi per la via. Egli ha violato l'alleanza, ha respinto i testimoni, non si e curato di alcuno. La terra e in lutto e piena di squallore, si scolora il Libano e intristisce; la pianura di Saron e simile a una steppa, brulli sono il Basan e il Carmelo. <<Ora mi alzero>>, dice il Signore, <<ora mi innalzero, ora mi esaltero. Avete concepito fieno, partorirete paglia; il mio soffio vi divorer`a come fuoco. I popoli saranno fornaci per calce, spini tagliati da bruciare nel fuoco. Sentiranno i lontani quanto ho fatto, sapranno i vicini qual e la mia forza>>. Hanno paura in Sion i peccatori, lo spavento si e impadronito degli empi. <<Chi di noi puo abitare presso un fuoco divorante? Chi di noi puo abitare tra fiamme perenni?>>. Chi cammina nella giustizia e parla con lealt`a, chi rigetta un guadagno frutto di angherie, scuote le mani per non accettare regali, si tura gli orecchi per non udire fatti di sangue e chiude gli occhi per non vedere il male: costui abiter`a in alto, fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio, gli sar`a dato il pane, avr`a l'acqua assicurata. I tuoi occhi vedranno un re nel suo splendore, contempleranno un paese sconfinato. Il tuo cuore si chieder`a nei suoi terrori: <<Dov'e colui che registra? Dov'e colui che pesa il denaro? Dov'e colui che ispeziona le torri?>>. Non vedrai piu quel popolo straniero, popolo dal linguaggio oscuro, incomprensibile, dalla lingua barbara che non si capisce. Guarda Sion, la citt`a delle nostre feste! I tuoi occhi vedranno Gerusalemme, dimora tranquilla, tenda che non sar`a piu rimossa, i suoi paletti non saranno divelti, nessuna delle sue cordicelle sar`a strappata. Poiche se l`a c'e un potente, noi abbiamo il Signore, al posto di fiumi e larghi canali; non ci passer`a nave a remi ne l'attraverser`a naviglio piu grosso. Sono allentate le sue corde, non tengono piu l'albero diritto, non spiegano piu le vele. Poiche il Signore e nostro giudice, il Signore e nostro legislatore, il Signore e nostro re; egli ci salver`a. Allora anche i ciechi divideranno una preda enorme gli zoppi faranno un ricco bottino. Nessuno degli abitanti dir`a: <<Io sono malato>> il popolo che vi dimora e stato assolto dalle sue colpe.
Precedente
Successiva
Menu
Geometry existed before creation.  Plato
  • Home
  • Articles #1
    • Pearls of Wisdom
    • Number 216
    • The Son of Abraham
    • The Reciprocal of 89
    • Pythagoras
    • The Golden Ratio
  • #2
    • 288 Holy Sparks
    • The Mysterious 137
    • Names of God
    • O Israel
    • The Big Bang
    • A Mystery in The Universe
    • Speed of Light
  • #3
    • Messiah
    • The Stars of Heaven
    • Choose Life
    • Jerusalem Jerusalem
    • The Sun of Righteousness
    • The Ministry of Jesus
    • The Number of The Beast
  • #4
    • Pi And The Bible
    • A Bell And A Pomegranate
    • Esther
    • Ezekiel Saw A Wheel
    • Sukkot, 5778 And The Rising Sun
    • Euler's Totient Function
  • #5
    • Measure For Measure
    • The Vision of Zechariah
    • The Numbers Point Straight, to 5778
    • The Great Alaskan Earthquake
    • The Song Of Moses
  • Videos
  • Text Menu